Reazione italiana 263 La lettera comincia col ricordare che la questione relativa alla risoluzione delle rivendicazioni territoriali italiane era entrata in una fase in cui si cercava una via di conciliazione fra le varie tendenze e possibilità. Prosegue: Nel corso delle conversazioni, oggi, alle ore 3 pomeridiane, il signor Kerr, segretario dell’on. Lloyd George, aveva fatto alla Delegazione italiana una comunicazione, da parte delle tre Potenze alleate ed associate, concernente la soluzione in esame. Alle ore 4,30 pomeridiane il marchese Imperiali aveva domandato, a nome della Delegazione italiana, al signor Lloyd George, ed aveva ottenuto da lui un chiarimento sopra un punto di tale comunicazione. La Delegazione italiana stava deliberando sulla risposta domandatale, quando, nei giornali pomeridiani di Parigi, veniva pubblicato quel Messaggio del presidente Wilson che certamente vi è noto. Orlando dichiara poi di volere astenersi da ogni apprezzamento su ciò, ma non può a meno dal fare appello al Trattato di alleanza che ci lega, con i doveri ed i diritti che ne conseguono. Ricordate le rinnovate dichiarazioni più formali degli alleati, « di cui non si è mai dubitato », di assicurare all’Italia tutti i diritti che dal Trattato derivano, la lettera cosi prosegue: È nell’invocare tale vincolo di alleanza che vengo a pregarvi di considerare l’impossibilità nella quale la Delegazione italiana si trova di prendere ulteriore parte ai lavori della Conferenza, in séguito al grave incidente che si è prodotto. Le condizioni di pace con la Germania possono oramai essere considerate come fissate nei loro elementi essenziali, ed io dichiaro che sarei in condizione di firmarle con gli alleati dell'Italia, dopo che le condizioni di pace concernenti le frontiere italiane saranno state medesimamente e contemporaneamente regolate. Di fatto, risulta chiaramente dall’Accordo, nonché dalla Dichiarazione, firmati a Londra il 26 aprile 1925, che le Potenze firmatarie degli Atti suddetti debbono giungere insieme alla conclusione di una pace generale.