356 Trattative italo-jugoslave l'Austria. Essi si riferiscono alla restituzione di archivi, registri, inventari, mappe, ed in generale a tutti i documenti concernenti territori ora passati sotto sovranità polacca, e già appartenenti alla Monarchia austro-ungarica. Cosi per librerie, musei, collezioni di opere d'arte, oggetti scientifici e religiosi etc. etc. incorporati dalla Monarchia austriaca dal 1772 ad oggi. Sonnino. Ciò si riferisce ad avvenimenti antichi di pili secoli. Se si avanzano reclami per fatti anteriori alle guerre napoleoniche, l’Italia potrà valersi del precedente. (La questione è rinviata alla Commissione delle riparazioni.) Pichon. Legge una"rlettera del dr. Benes, il quale protesta per la inclusione di Tedeschi della Boemia nella Delegazione austriaca per la Pace. Sonnino. Non mi sembra che la Conferenza possa sollevare una obiezione formale. Si potrà dire agli Austriaci che essi hanno fatto una scelta di delegati inopportuna, ma una protesta ufficiale sembra fuori luogo. Se gli Austriaci avessero scelto per la loro delegazione persone nate in territorio italiano, come Trento o Trieste, avrei pensato che la scelta era infelice, ma non avrei formulato una proposta ufficiale. (Si delibera non dar séguito alla domanda del dr. Benes.) Balfour, a mezza voce, dice: « Se quando questi delegati torneranno in Boemia li impiccheranno, ciò non sarà affar nostro ». Orlando è andato con Cellere da House, all’“Hotel Cril-lon”, alle ore 17 e vi è rimasto fino alle 20,15 (1). Nella camera accanto a quella di House, ma divisi da un salone, vi erano gli Jugoslavi, fra i quali Trumbic. House serviva da intermediario tra i due gruppi, anche con l’aiuto di Fra-zier e Johnson, che stavano nella camera con Trumbic. Cellere mi dice che i Serbi non consentono cedere all’Italia che metà dellTstria, Lussin, Cazza, Pelagosa; ammettono l’autonomia di Fiume; ma vogliono tutto il resto per la Jugoslavia, sotto il controllo della Società delle Nazioni. Sembra cosi impossibile proseguire sulla base di tentativi (1) Cfr. C. Seymour, op. cit., pag. 480 e segg.