6o Le aspirazioni italiane nonostante la metodica snazionalizzazioni austro-ungarica degli ultimi cinquantanni, fossero rimaste evidenti tracce di italianità, anche se ciò avesse lasciato Austria, Ungheria, Croazia, Serbia senza nessuno sbocco al mare. Sonnino si mostrò nettamente contrario a una soluzione di questo genere « antieconomica e jomite di irriducibili futuri pericolosi contrasti ». Egli considerava allora, e considerò sempre, il Trattato di Londra come una transazione necessaria ed equa ; ricordò allora, e ricordò poi, che la formula popolare e palese delle rivendicazioni irredentistiche italiane era «Trento e !Trieste ». Verso tali concetti propendevano, oltre Salandra e Sonnino, uomini come San Giuliano e Tittoni, che avevano manifestato, od ebbero occasione di manifestare il loro pensiero in proposito, nel corso della crisi e dei negoziati. San Giuliano che già anteriormente, ed innanzi di essere ministro degli Esteri, aveva studiato acutamente il problema adria-tico, si limitava a menzionare, in un primo tempo e nell'eventualità di un nostro intervento, « il Trentino, fino al displuvio principale alpino e Trieste » (11 agosto 1914) ; in un secondo tempo ( 25 settembre 1914) fissava le nostre aspirazioni alle provincie italiane dell'Austria sino al displuvio principale delle Alpi, cioè sino al confine naturale dell’ Italia. « Dalla parte del mare il nostro confine arriverà come minimo sino al Quarnaro ». Ma era dubbioso per « possibili nostre rivendicazioni in Dalmazia ; e se ci convenga sostenerle, tenendo presente il pericolo di futuri gravi conflitti con gli Stati slavi ». Per quanto concerne Tittoni, ambasciatore a Parigi, esiste un suo telegramma, in data 23 marzo 1915, ove, esprimendo il suo pensiero sulle condizioni dell’intervento che si stavano negoziando a Londra, sugli acquisti indispensabili in Dalmazia per ragioni strategiche, e sulle altrettanto indispensabili ri-nuncie per ragioni politiche ed economiche, scriveva precisa-mente cosi : « È vero che Zara è italiana, ma lo è anche Fiume ; eppure noi comprendiamo che a Fiume non possiamo pretendere ». Ricorderò peraltro che all’infuori del binomio “Trento e Trieste” nella stampa italiana si era parlato di Fiume e degli Italiani di Fiume anche di recente. L'on. Federzoni aveva presentato a fine marzo 1914 una interrogazione al ministro