2l8 Le questioni italiane George disse anzi esplicitamente, nella seduta del 24 aprile, che, date le circostanze sopravvenute, si riteneva « libero di assumere la responsabilità di modificare il Trattato di Londra circa Fiume ». Ma tutto ciò, che sembra anche, a prima vista, contenere elementi contradittorii per deduzioni ed argomentazioni diverse, se può già formare oggetto di commenti all’attento lettore, potrà poi offrire argomenti ad ulteriori considerazioni in opera più integrale e più sistematica. * Aggiungo qualche altro particolare che giovi a rappresentare la fisonomía delle discussioni di quei giorni. Durante la seduta del 19 aprile, e mentre Lloyd George francamente riconosceva il netto obbligo degli alleati di attenersi al Trattato di Londra ed assicurava che l’Inghilterra avrebbe tenuta la sua parola, Clemenceau, pur annuendo col capo, faceva un gesto quasi di rassegnazione e deprecazione, alzando le braccia al cielo. Tale atteggiamento derivava forse anche dal fatto che Lloyd George era al Governo quando fu negoziato e firmato il Patto di Londra ; mentre non vi era Clemenceau. Ciò vale forse anche per Balfour, che, come risulta da altri documenti, si mostrò assai tiepido per il contenuto di esso ; e forse anche si applica all’intima psiche di Sonnino ed Orlando, il primo autore e l’altro no del Trattato di Londra, il secondo consenziente al Patto di Roma. Wilson, quando sentiva nominare il Trattato di Londra, si incupiva; aveva persino, talora, una contrazione spasmodica che gli percorreva parte del viso. Mi pare d’altra parte significativo il particolare poco noto, e che viene registrato in queste pagine, della attribuzione all’Italia di Lissa, da parte di Wilson. La sua anima cosi arida e fredda nei nostri riguardi (ricordo il suo sguardo lontano quando Orlando gli faceva vedere, in un volume offertogli, le magnifiche testimonianze dell’arte italiana e veneziana nelle città dalmate) parve, pronunciandolo, sentire il valore ideale di quel nome per noi ; cosa che sembrò poi ignorata e trascurata da successivi negoziatori italiani. Un’ultima osservazione.