L’opinione del conte Forgàch [AG della Germania nell’azione e nelle conseguenze della grande guerra, e, non avendola preveduta né essendo certa della vittoria, provi un notevole disagio. Delle persone che ho veduto al Ministero i. e r. solo Forgàch ha iniziato il discorso sulla presente situazione; egli mi ha detto che il contegno della Serbia è stato negli ultimi tempi quanto di più « aggressivo » si potrebbe immaginare. Mi ha confermato la verità di quanto la stampa austriaca riferisce ogni giorno, circa la pacificazione e l’unione di tutte le nazionalità della Monarchia per la guerra, e mi ha citato la concordia dei Cèchi e dei Tedeschi in Boemia, il movimento dei Polacchi dell’Austria contro i Russi, e « il patriottismo » degli Italiani di Trieste. Egli ha dimostrato grande fede nella perfetta organizzazione militare della Germania, si è compiaciuto dei successi bellici austro-germanici; ma, nel corso della conversazione, ha più volte accennato allo sforzo enorme che deve fare l’Austria-Ungheria; ha escluso che essa possa pensare ad inviare contingenti in Francia; come non può certamente pensare ad iniziative in Albania; e, non so se per positiva sfiducia in una vittoria definitiva o per un velato tentativo a farci uscire dalla neutralità, ha pronunciato anche questa frase: «Voi che temevate tanto nell’Adriatico l’Austria, che non era certamente pericolosa per voi, ma significava giusto equilibrio italo-austriaco in quel mare, vi troverete in posizione ben diversa quando i Francesi saranno a Cattaro ». Aldrovandi” * Avarila, che nella sua gita a Roma aveva offerto le dimissioni, richiesto di ritirarle, lo fece, per spirito di disciplina, e ritornò a Vienna. Anche Albricci tornò, riportando impressioni di disgusto per la oltraggiosa brutalità della Missione militare straordinaria che l’imperatore Guglielmo aveva inviato in quei giorni a Roma, allo scopo di far intervenire l’Italia con gli Imperi centrali nella guerra; e la convinzione che non sarebbe stato possibile forzare il sentimento del popolo italiano a schierarsi, nelle circostanze, dalla parte dell’Austria-Ungheria. Salandra ha narrato come, giudicando il ritiro dell’ambasciatore d’Italia a Vienna in quel momento sommamente inopportuno, egli invocasse il personale intervento di S. M. il