266 Gli alleati e Wilson chiedono a Orlando di restare Orlando. Intendo la gravità del vostro consiglio, e potrei indurmi a rimanere qualche giorno. Ma occorrerebbe si facesse un comunicato dal quale risultasse che voi e Cle-menceau mi avete chiesto di rimanere. Lloyd George. Non vi ho difficoltà. Si potrebbe fare in •questo modo: « A richiesta del signor Clemenceau e del si-ignor Lloyd George, il signor Orlando ha aderito di ritardare la sua partenza da Parigi, in vista di riprendere i negoziati che conducano alla soluzione della questione della Dalmazia e di Fiume ». Orlando. Sta bene. Credo sarebbe meglio includere nel comunicato anche « a richiesta del presidente Wilson ». Kerr, che ha accompagnato stamane Lloyd George all’ “E-douard VII ”, mi consegna una sua lettera in data di oggi. Questa lettera, a proposito della comunicazione fatta ier sera da Orlando a Lloyd George ed agli altri, precisa che « la proposta italiana era stata esaminata dalle tre Potenze, e che egli era stato incaricato dal signor Lloyd George di dichiarare che un accordo era impossibile finché l’Italia domandava la sovranità di Fiume, ma che egli (Lloyd George) pensava che sugli altri punti si sarebbe potuto raggiungere un accomodamento ». Veramente ciò che io avevo inteso ieri, presente Celle-re, era altro; ed a ciò si riferiva la frase nella lettera di Orlando di ieri, in cui si diceva che il signor Kerr, segretario dell’on. Lloyd George, aveva fatto alla Delegazione italiana una comunicazione « da parte delle tre Potenze alleate ed associate ». Preparo per Kerr una mia lettera in questo senso, ma, sentito Sonnino, non la mando, perché si tratta oramai di cosa futile ed inutile. A mezzogiorno Kerr porta il testo del comunicato concordato stamane tra Lloyd George ed Orlando, con la indicazione che la richiesta del ritardo nella partenza di Orlando è fatta anche a nome del presidente WTilson. La Delegazione italiana mi invia al signor Lloyd George con questa comunicazione: «La Delegazione italiana ade-