104 Breve gita a Mosca Pietroburgo: « Se l’impresa riesce e voi arrivate a Costantinopoli, faccio illuminare qui, in segno di gioia, il Ministero degli Esteri ». Giovedì, 8 febbraio. I militari della Missione vanno al fronte. Noi partiamo per Mosca. Mosca, venerdì 9 febbraio. Arriviamo con due ore di ritardo. Colazione dal governatore. Nonostante la proibizione, si serve abbondantemente vodka. Mi trovo vicino ad un principe russo che porta un gran nome storico. A proposito del freddo mi racconta che giorni sono, trovandosi in una sua campagna, il cocchiere che lo attendeva su la slitta aveva avuto le orecchie gelate; «erano tutte nere, pareva pendessero »; il cocchiere urlava dal dolore: « Il criait, il criait! » Ed il principe me ne parla ridendo con aria crudele. Ricordo quel piccolo ebreo russo, Mosè, che conobbi a Costantinopoli. Serviva in un caffè-concerto. Lo trovai una sera con cinque piaghe sulla fronte. « Che t’è successo, Mosè? » « Ho guadagnato cinque megidiè; me li ha dati un ufficiale russo, in contraccambio di premere cinque volte la sua sigaretta accesa sulla mia fronte ». Eppure, nello stesso tempo, penso a tante indubbie raffinatezze e fiamme di sentimento; a tanti segni di profonda bontà e appassionata generosità dell’anima slava. Gita alla Collina dei Passeri di dove Napoleone I contemplò Mosca per la prima volta. Breve visita al Cremlino, dove si trovano ancora centinaia di cannoni abbandonati da Napoleone. Vi è anche qualche grosso cannone austriaco preso nella guerra attuale. E, accanto, centinaia di casse di munizioni provenienti dall’Inghilterra che, sotto la neve, aspettano di essere portate al fronte. Mi parlano ancora della gravissima difficoltà dei trasporti. Ma più tardi un Italiano, che mi conduce in una sua automobile, mi dice che ne aspetta una molto migliore.