481 MDXX, DICEMBRE. 48$ Esso segretario li disse, di falconi, la scusa non erano zonti per la tardità ili quel Michiel Fusta andò in Candia a levarli. Lutrech li disse, come è venuti questi passò di qui, andò in Franza? Rispose, si ha aulì in altre isole. Scrive di lo episcopato di Costanza dato per il Re al fratello dii governador di Zenoa, al qual 292 il Re dava 2000 franchi di provision a l'anno fin li dava benefici per ducati 8000, sichè sarà alievalo di la provision, però ge la dete. Scrive, alcuni capitani li ha parlato si era vero che il Re ha donato a Mon-giron uno di essi capitani la casa fo dii Ducha di Milan in San Samuel, la qual lui la voi vender c trarà ducali 12 milia, e ha mandalo uno a Venetia per queslo. Rispose, il Ducha dovea dar a la Signoria ducati 70 milia di sali, et zà più anni fo tolta la casa in la Signoria per parte, unde loro molto aliegri diseno, aduncha Mongiron non averi nulla. Dii dito, di 17. Come il Re ha scrilo a monsignor di Lutrech, e mandato l’ordine di San Michiel al signor Federico di Bozolo; sichè non sa si ’l veri lì a tuorlo, overo el ge sarà mandalo. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretarlo, di 8. Come intese, a Messina su li navilii erano slà posti li fanti vene di Roma, et a Milazo don Hugo di Monchada, con il resto di l’armada tutta, dovea andar a Zenoa, unde lui Secretarlo parlò ad alcuni merchadanli se era vero quello. Disseno non saper, poi la sera è venuti da lui a dirli l’hanno inteso, et è la parie Adorna per atacar e cazar la Fregosa, et hanno dato l’impresa al marchese di Peschara, e con le galie erano qui in Porto andavano verso Zenoa, et disseno li signali, etiam Viva il gobo Justinian senoese, che è di la contraria parte di Fre-gosi. El scriveno che do zenoesi, e li ha nominati in le lettere, zoè Stephano Catanio et uno Nicolò . . .....quali è di la parte Adorna, hanno auto aviso di Roma e dele danari eie. E che il Ducha andò a Ischia. Scrive, Domenica fo conduto lì in Napoli con gran plauso dii populo quel Colle foraussilo, e poi Zuoba, hore 22, morite el signor Zuan Antonio Caldora, laudandolo assai, e la zostra si dovea far domai) è slà rimessa a farla a Domenica. E in questo mezzo zonzerà la duchessa di Bari, la qual si ha il suo esser a Roma. Da Constantinopoli, di sier Toma Contarmi baylo nostro, date in Pera a dì ultimo Octubrio, tenute fin 3 Novembrio. Come, a dì 15, scrisse per il schiavo, il qual etiam ave lelere di le fuste, et li bassà li parlono caldamente di quelle, e lui Baylo disse non avia auto aviso alcun ancora. Et a dì 21 ave letere dii Provedador di l’armada I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXIX. con tal aviso, et nulla volse dir a li bassà, perchè allro non li havevano dilto: el questo schiavo venuto, qual non è però di grandi, è ben carezarlo, che forse potria conzar le cosse. Scrive, ave letere di retori di Napoli di Romania, come li formenti non erano lassali intrar in la terra etc. Parlò al magnifico Perì bassà. Subito ordinò letere fusse fato quello si voleva, perchè il Signor voi mantenir la paxe. Scrive mandò li soi conti, e nel presente falò al Signor quando andò a basarli la man, spexe ducali 356, 292* poi in altre cosse, ut in Utteris, che summano ducati 1000, e sopra questi conti scrive longamenle, ut in Utteris. Scrive, ave etiam lelere dii Provedador di Parmada per via dii Zanle, con certo pro-■cesso. Ilor nulla ha voluto dir; e di quel Mamuth corsaro, queslo è quello prese li navilii, licet veniva di Candia, parlò a li bassà. Disseno non era subdilo dii Signor; però scrive sarà bon le galie che è fuora atendesse a prenderlo poi che la spexa è fata, e si alendi a caregar e slar ben con li subditi del Signor è a li confini, e a questo modo si mantegnirà la paxe. E scrive sia eleclo il suo successo!1, acciò compilo li do anni possi venir a repatriar. Di sier Domenego Capelo provedador di l’armada, date in galia a Corphù, a dì 19 Novembrio. Come, per le galie di Baruto scrisse; hora manda uno reporto de uno parli di Coron è zorni 16 : come quel .... de la galia Arbesana, era mandi a la Portai si amalo per strada, e quelli turchi li tajò la testa per portarla a Costantinopoli ; e par sia venuto lelere a Coron che sia relenuli quelli ha fato i danni, e il schiavo vadi a la Porta. Dice a noslri vien falò bona compagnia a Coron etc. Di Cipro, di sier Alvise D’Arrner luogotenente e sier Piero Balbi consier, date a Nico-sia, a dì 10 Octubrio. Scriveno di l’armada francese stala a Barulo per sachizar quel loco, e smontali, da mori e drusi è stà mallratali, morti 400 e parte allegati, sichè rilornono con vergogna. Fono lì a l’isola, e perchè una barza se li rupe l’alboro di la lanterna, voleano tuor quello de la nave di... ma essendo uno in terra a Baffo, lo volseno, el loro lo lassono tuor quasi robandolo, aziò in la Soria non si dicesse desse favor a questi ; la qual è levala per andar a Rhodi. Fo dito era suso uno fio di re Zaco, unde, per dubito, loro rectori feno cavalcbar li sira-lioti atomo l’isola, mandono soldati in Famagósta, e a Zerines uno capo con 40 schiopelieri. Scriveno, non hanno mandi il tributo in Alepo aspetando mandarlo per le galie soli!, ma è preparalo in sarafi boni e scritto la causa dii non mandar. Avisano aver 31