>82 Partenza da Peschiera [8nov, Ripartiamo in treno, per varie direzioni. Nel vagone-ristorante sono ad un piccolo tavolo con Hankey. Egli mi parla della battaglia nelle Fiandre, iniziata con tanta speranza di successo definitivo, e che dà cosi scarsi risultati. E mi parla delle difficoltà irlandesi. Lloyd George, dal tavolo vicino, ascolta ed interviene: « Che dite, Hankey? ». E con vividi occhi sorridenti ha una frase fiduciosa che limita queste difficoltà. Painlevé ci lascia per portare un saluto alle truppe francesi che sono già nelle vicinanze. Ne abbiamo veduto un treno; sono di eccellente aspetto ed umore (i). A Brescia il prefetto mi narra il pànico della città ove, senza sua conoscenza, nei giorni scorsi è stata ritirata dal museo e fatta portar via, in vista della popolazione, la Vittoria alata. Lloyd George, rispondendo al saluto rivoltogli da un personaggio locale, ricorda l’eroica città « che ha combattuto e, se occorre, combatterà nuovamente per la libertà ». notte non riesco a chiudere occhio »), Sonnino rimase sempre imperterrito nella sua linea diritta di uomo risoluto a combattere sino alla fine. (l) Non vi è dubbio che, come l’Inghilterra, la Francia si è mostrata pronta, leale e cordiale nell'inviarci i suoi rinforzi, secondo gli accordi e le predisposizioni del 1916-17. Ma non per questo gli organi diplomatici dimenticarono il còmpito loro nell’interesse della Francia. Più tardi, durante la nostra permanenza a Parigi alla fine del novembre, l’ambasciatore d’Italia Bonin narrò a Sonnino che al Quai d’Orsay inavvertitamente gli avevano fatto leggere un telegramma di Barrère, che constatava la nostra resistenza sul Piave ma aggiungeva che sarebbe però bene le truppe francesi intervenissero al più presto, anche perché apparisse che esse avevano contribuito alla resistenza. (Come ho già notato, i contingenti alleati entrarono in linea il 4 decembre, ad attacco austro-tedesco arrestato.) Nello stesso senso sopra indicato deve considerarsi un altro telegramma di Barrère citato dal colonnello Herbillon nei suoi Soiivenirs (Volume II, pag. 161) sotto la data 9 novembre 1917. In tale telegramma Barrère, allo scopo probabile di incitare ad insistere per un punto tenacemente desiderato in Francia, informava che •! gli Italiani sarebbero pronti ad accettare il Comando supremo francese ». Invece, i precisi interventi di Orlando e Sonnino, da me riferiti, non solo non lasciano alcun dubbio in proposito; ma sono esplicitamente in senso contrario.