Il movimento inierventista. Valona c Saseno 53 quasi fermento di ben più ampio sacrifìcio. Uomini e partiti più rappresentativi in Italia già respingevano una neutralità assoluta: Pantaleoni, Corradini e Federzoni nell’idea Nazionale; Corridoni fra i sindacalisti; Bissolati in varii giornali; Torre e Di Giorgio nel Corriere della Sera', Gabriele d’Annunzio in una mirabile ode, sonante di rampogna e di incitamento (13 agosto), scritta in francese e pubblicata in Francia; più risoluto di tutti Mussolini, che a Bologna il 20 e 21 ottobre « con serenità, con orgoglio e con fede immutata » passava il suo primo Rubicone per una Italia più grande. Per quanto riguarda il Corriere della Sera, mi fu poi detto che l'Ambasciata di Germania a Roma, conscia dell’atteggiamento del grande giornale milanese, si era rivolta con assoluta incomprensione e con antidiplomatica pesantezza alla Consulta (sic) per vedere se non vi fosse modo di « influenzare pecuniariamente » quel quotidiano. Fu nei giorni del suo interim che Salandra, già da tempo in contatto e d’accordo con Sonnino, ed in conformità a negoziati già avviati da San Giuliano, ordinò lo sbarco di una « missione sanitaria » a Valona. Ciò avvenne il 29 ottobre. A tale misura sussegui la occupazione « provvisoria » del-l’isolotto di Saseno che comanda la baia di Valona, effettuata il 30 ottobre, a mezzo di una compagnia di sbarco e di una batteria provenienti dalla R. Nave “Dandolo”. Telegrafata la notizia a Vienna, con istruzioni di portarla a conoscenza del Governo austro-ungarico, Avarna incaricò me di eseguire l’ordine. Feci la comunicazione a Forgàch che non mosse ciglio, ma parve inghiottire una risposta diversa da quella remissiva e consenziente che poi diede non senza contratto respiro (1). (1) Questo mio ricordo era già scritto in questi precisi termini quando mi venne sott’occhio il carteggio Salandra-Sonnino pubblicato da Arrigo Solmi nella Nuova Antologia del 16 febbraio 1935. In due lettere Sonnino nell’incitare all’occupazione di Saseno e Valona scrive: « Pensa che quel che non si fa da principio non si può far più, e da principio, se le Potenze ti perdonano Saseno, ti ingoiano anche il promontorio » (17 settembre 1914); « Più ci ripenso e più mi confermo che l’occupazione di Saseno e della baia di Valona va fatta subito, senili chiedere più permessi a nessuno... Ora tutti sono sospesi, sono pronti a ingoiare qualunque rospo » (26 settembre 1914).