149 MDXX, SETTEMBRE. 150 gna, e li mandava fi donar un carbono di valuta di gran quantità di danari ; el qual carboti è stato perso in una stalla a Bologna, e colui che l’ha trovato s’è fugato, e dixe li contrasegni de quel tal che ’l dicea che havea trovalo el carboncolo et portalo via ; et che ’l Pontefice havia spazato più slafete per inque-rir di queslo tal ; et che Soa Santità voleva che chi l’avea fusse ritenuto nè offeso perchè la zoglia non perdesse la sua virtù, la qual dicea havea in se gran virtute ; ma che tanto quanto si poteva acordar con lui che ’l havea, lanto se li dovesse dar, che Sua Santità li daria quatro volle più. Da poi lé qual parole, dito corier sequile il suo viaggio. Da poi circha un miglio, scontrorono una altra staphela a cavalo de corsa, el qual replichò questo inslesso, dagando una carta dii Pontefice con le bolle in la qual erano diversi premii a quello tal recuperava dilla zoglia ; la 97* qual lassò al ditto Bernardo, e dicea averne assai simile da lassar in qua et là. E procedendo circha do miglia, vene a la traversa per alcune biave uno a piedi tutto smarido, scolorito et timido, el qual pro-cedea tutto tremando per la strada, et a li segni ha-veano date le slafete, era qaello che havea la zoglia. Et Bernardo lo mostrò al Marchese, el concluseno esser quello, et li andorono incontra, et foli fato paura ; et da poi diverse cose, fenzando aver paura et demandando la vita, disse haver la zoglia, et se cavoe di peto una cassetina de cuojo streta con una chiave, la qual aperta, ditto Bernardo la aperse et un pocho la monstrò et poi la serrò dita cassela, facendo una alegreza grande, et cussi tutti si alegrorono. Immediate, dito Bernardo messe man a la borsa e li dete ducati 10 et uno anello di valuta di ducati 10, e non contentandose dito trufador, el Marahese predito li dete ducati 340 et una capa di pano, e perchè l’andasse via e fusse securo, el ditto Maj'ehexe volse farlo acompagnar da alcuni di soi. El ditto Bernardo disse: « Lassale far a me, che io so el paese, lo acompagnerò in loco securo, cavalcate avanti che io vi aggiungerò » et cosi tolse in gropa quello tale et andorono in malora. Unde poi ditto Marchese a dì 13 Ootlobre 1519 dete querela a la Avogaria di comun pregando esser sufragato, et a dì 17 Novem-brio in Quarantia criminal fu preso che ’l dito Bernardo Timon, preso in Are et mandato di qui a le prexon, sia ben retenuto, colegiato etc.: 36, 1, 1. Et il Colegio tochò a sier Alvise Mocenigo el cavalier, sier Nicolò Bernardo consieri, sier Bernardo Diedo cao di XL, sier Francesco Morexini avogador di Comun, sier Hironimo Tiepolo et sier Antonio Michiel signori di notte. L’ habito avia dito sier Bernardo quando fu trovato dal Marchese, era quello vestito di negro con uno sajo negro, calze bianche con stivali con una spada da do man a lai deslro, in testa una barella negra con meza volla, con un pocho di barba negra, et havea su l’arzon davanti un fellron biancho et uno capello con una bolzela di cuoro, et era grande di statura, membruto, el distante zercha uno miglio di Villafranca seguì il caso. L’altro avea un sajon negro, una barela rosa, uno capei biancho, una calza biancha, di elà d’anni 25. El a dì 3 Septembrio 1520, in Quarantia crirni- 98 nal fo cxpedito et menato per sier Francesco Morexini avogador di comun, posto di proceder contra li absenti : 34, 3, Fu preso che ’l sia in perpetuo banditi di Vene-tia e dii deslreto e di tutte terre e lochi, el hessendo presi, frustali e bollali e rimessi al bando, tajaL. 300. Item, conira Bernardo Timon: 25, 10, 2. Preso la parie predila, e sia publicà per le scale. El venendo, sia frusta a . . .. Rialto, et sopra uno soler in mezo le do Colone sia belalo di 4 bolle e rimesso al bando; la seconda volta li sia lajà la man destra. Sumario di una letera di sier Bortolamio da 99'> Mosto capitanio di Cipri, data a Famagosta a dì 20 Zugno 1520, et ricevuta a dì Avosto. Come el Signor turco ha fato far le sue cride in la Natòlia et Caramania, che tutti li soi che hanno ti-maro siano ad ordine per anni tre, et fornidi, de maniera che i sono desperati tutti gli stipendiati et ja-nizari, che desiderano la morte. Li eserciti in queste parti terrestri sono compartidi, zoè li tre sanzachi di la Caramania e di la Natòlia, paese era de Alidulli; da zercha 15 milia persone sono andati in Casaria loco dii passo verso li confini dii Sophì, lontani zor-nale olio di la Giazza, e sono andati per asecurarsi de li sophiaui. Tutti de la Caramania sono rebelli al Signor turco per esser sophiaui. El Sophì, licet sia ben in hordene, non par far altra movesta che aspelar tempo, e in queslo interim si fornisse di pratici di artillarie e accresse le sue forze. Tutti li passi sono seradi per el Signor turco, aziò li subdili so-phiani non habiano modo di comerciar sì di la Persia, Armenia come altri sui loci, per ponerlo inimico (1) La carta 98* è bianca.