>9r7] La sede del Consiglio 169 Painlevé. Concordo con il signor Orlando. Sonnino. L’accordo è personale, ma non risulta dagli atti. Painlevé. C’è però il processo verbale. Sonnino. Non vedo perché non dirlo esplicitamente. Painlevé. Si potrebbe dire: « Le cui funzioni esclusive saranno quelle di agire come tecnico del Consiglio ». Ciò viene approvato. Foch. La mia posizione è però diversa da quella del generale Wilson e del generale Cadorna. Poiché i rappresentanti militari risiederanno in Francia io sarò necessariamente a più stretto contatto con il Ministero della Guerra che non i miei colleghi. Lloyd George. Vorrei che il generale Foch si rendesse conto che, oltre che consigliere del Governo francese, egli sarà, nelle sue nuove funzioni, consigliere, allo stesso modo, dei Governi inglese ed italiano. Perciò è necessario riservargli piena indipendenza di giudizio. Per mia parte, mi rincrescerebbe molto se io dovessi pensare che il generale Foch non fosse altrettanto consigliere del Governo britannico come egli lo è del francese. All’articolo 8°: Lloyd George. Non v’ha dubbio che geograficamente Parigi sia il punto più opportuno; però il Consiglio è, e deve apparire, interalleato. Crederei perciò necessario che la sua residenza fosse in luogo diverso da Parigi, se pure non troppo lontano, ad esempio Chantilly, oppure Versailles. Painlevé. Mi pare che ciò avrà degli inconvenienti. Si verrà con ciò a complicare l’organizzazione del funzionamento degli stati maggiori, poiché l’unità del servizio, tanto per i Francesi che per gli stranieri, è molto più facile a realizzarsi a Parigi che non altrove. Franklin-Bouillon. Pregherei il signor Lloyd George di non insistere. Lloyd George. Vi dirò francamente: se il Consiglio è stabilito a Parigi, non si potrà evitare il sospetto che esso sia come una emanazione del Governo francese. Non vorrei che questo Consiglio si iniziasse con un provvedimento errato che potesse nuocere. La residenza fuori di Parigi non avrà maggiori inconvenienti per voi che per noi. Perché