L\ guerra italiana del 1915-1918, una delle piti aspre e A sanguinose del conflitto mondiale, non ebbe durante la lotta combattuta, né durante il periodo dell'Italia bolscevizzante, sino alla equa rivalutazione fascista, il giusto rilievo. Già gli amici ebbero tendenza a svalutarla. Occorre appena ricordare come la nostra ultima offensiva che condusse a Vittorio Veneto, alla quale parteciparono cosi scarse forze ausiliarie, fu indicata in taluni giornali dei Paesi alleati quale offensiva "anglo-italiana" ; e come il Bollettino della nostra l'ittoria, enumerante esattamente le forze alleate nelle nostre linee, a titolo di onore, ma anche ad esatta notazione di contributo (1), apparve, su quegli stessi giornali, mutilato di quella indicazione. Dopo firmato VArmistizio con l’Austria-Vngheria, imposto dai nostri a Villa Giusti il 3 novembre, fu firmata a Belgrado, per ragioni non bene chiarite, da un voivoda serbo e da un generale francese, quali delegati del generale conutndante in capo del-l'Armata d'Oriente, Franchet d'Espérey, con un emissario del conte Kàrolyi, a nostra insaputa, il ij novembre, un’altra specie d'Armistizio con l'Ungheria. Il documento dichiarava solennetnente, all'articolo XVIII : « Le ostilità fra gli Alleati e l'Ungheria sono cessate ». Un giorno, tale "Armistizio” venne citato in una riunione ufficiale al Quai d'Orsay. Ciò sollevò la pacata interrogazione di un nostro delegato presente, il marchese Saivago Raggi, che obbligò il ministro francese degli Esteri, Pichon, ad una confusa spiegazione e ad una rapida ritirata. Essendo esso stalo nuovamente citato in una riunione dei Quattro, Cleinenceau rimediò qualificandolo una (1) «La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 Divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 cecoslovacca, ed 1 Reggimento americano, contro 73 Divisioni austro-ungariche... »