Gli argomenti di Sonnino 249 Clemenceau. Ciò che ottiene ora l’Italia è un progresso molto grande. Sonnino. Il Libro Verde termina al quattro di maggio; dopo quella data, e prima del 24, l’Austria offerse altro. Clemenceau. Sì, ma non già Trieste. Non possiamo trovare in ciò argomenti per convincere Wilson. Ora, noi siamo amici e diamo consigli ad amici. Anche non ottenendo tutta la Dalmazia, ma qualche punto di essa, voi otterreste egualmente una posizione abbastanza forte. Fate un paragone con le cose francesi. Io ho dovuto rinunciare alla riva sinistra del Reno, che mi era chiesta da tutti i senatori e da tutti i deputati. Ho abbandonato il pensiero di avere la frontiera del 1815, con Colonia, Coblenza, Magonza, e gli altri punti al di là del Reno. È vero che non sono sicuro di non dovere, in séguito a queste rinuncie, lasciarci la pelle; ma mi offro come esempio. Se l’Italia coopera con noi sino alla fine in questi negoziati, otterrà vantaggi. Territorialmente essa ottiene concessioni più grandi di quanto sperassero gl’italiani all’inizio della guerra. Non posso dare consigli, ma è mio dovere dire che, se entriamo in questa via, può trovarsi una soluzione; altrimenti giungeremo a conseguenze deplorevoli. Se l’Italia si isola, l’opera della Intesa non sarà completa; i grandi problemi non saranno risolti; vi saranno in Europa nuove discordie, che vorrei evitare a tutti i costi. Concludo: noi restiamo gli amici dell’Italia, e la soluzione sta nelle loro mani. Sonnino. Non è cosi. Wilson ha detto che non dà Fiume e che non dà nemmeno la Dalmazia. Questa passerebbe alle cinque Potenze; ma Wilson ha escluso chiaramente che essa fosse poi data all’Italia. D’altronde come far la pace con una Austria-Ungheria che più non esiste? Voi vi siete obbligati con noi ad un Trattato relativo alla nostra entrata in una guerra che è costata all’Italia settanta miliardi ed un milione e mezzo fra morti e mutilati. Perché l’Italia dovrebbe essere delusa nelle sue aspettazioni? Perché Wilson non parlò chiaro prima? Quando nell’armistizio con l’Austria-Ungheria si accettò, come linea di occupazione, il Patto di Londra, ciò dette all’Italia l’impressione che esso ci sarebbe stato riconosciuto anche dall’America. Infatti l’America non protestò né si oppose. Ciò fu interpretato come se approvasse.