22 Vienna e Berlino violarono la Triplice (a della Triplice (i), non si sarebbe prodotta a questo proposito una patente violazione del Trattato da parte dell’Àu-stria-Ungheria nei nostri riguardi, violazione per la quale avemmo poi titolo a dolerci e a reclamare, con tutte le conseguenze che ciò comportò. Ma se in un primo tempo, a Roma, io potei formulare, per conto mio, tale ipotesi, dovetti scartarla in séguito a quanto mi risultò di poi. Vienna tacque deliberatamente, anzi ci nascose i suoi precisi propositi. E Berlino non tenne diverso contegno con l’ambasciatore Bollati, di ben maggiore iniziativa che non Avarna. Tutto ciò nonostante ambedue gli ambasciatori fossero certo persona grata ai Governi presso i quali erano accreditati. Per quanto concerne Bollati mi fu anzi riferito che avendo egli chiesto in quei giorni dopo numerosi colloqui sulla politica generale, al segretario di Stato per gli Affari Esteri Jagow, che conosceva da molti anni e col quale riteneva avere confidente amicizia, se il segretario di Stato tedesco credeva egli potesse recarsi con tranquillità per una ventina di giorni in un luogo di cura, Jagow gli rispose affermativa-mente, tanto che Bollati lasciò Berlino il 20 luglio (2). 1 documenti diplomatici tedeschi ed austro-ungarici, pubblicati nel dopo-guerra dai Governi di quei Paesi, non lasciano oramai alcun dubbio che l’Italia fu dai suoi alleati tenuta deliberatamente all’oscuro di una azione che essi preparavano con la coscienza che potesse condurre ad una guerra. A ciò dà nuova luce, se pure ancora necessario, quanto mi risultò di poi, e che trascrivo qui appresso. Dopo la dichiarazione della neutralità dell’Italia (3 ago- fi) Il primo articolo della Triplice Alleanza, identico nella redazione del 1891 e nelle rinnovazioni del 1902 e del 1912, era del seguente tenore: « Le Alte Parti contraenti si promettono scambievolmente pace ed amicizia e non entreranno in alcuna alleanza o impegno diretto contro uno dei loro Stati. Esse si impegnano a procedere ad uno scambio di idee sulle questioni politiche ed economiche di natura generale che potessero presentarsi, e si promettono inoltre il loro mutuo appoggio nel limite dei loro propri interessi ». (2) Ma vi ritornò poi sùbito il 23 per istruzioni di San Gialiano.