362 Scalanova [l7 MAC. già avvenuto a Scalanova. Ignoro sbarchi importanti di forze considerevoli; occupazione delle dogane; innalzamento della bandiera italiana. Credo si tratti di uno sbarco senza alcuna intenzione a pregiudizio delle decisioni future circa questo territorio. Questo obbligo deve essere osservato da noi, come è stato stabilito lo sia per i Greci. Prenderò in esame il documento che mi si annunzia, e darò le disposizioni necessarie. Lloyd George. Quello che è accaduto mi spiace, tanto più che noi avevamo deliberatamente esclusa l’occupazione di Scalanova da parte dei Greci, benché, quando pensammo ad una occupazione greca, noi credevamo, per il momento, che Scalanova dovesse rientrare nella loro sfera d’influenza. Noi facemmo ciò perché credevamo non fare cosa giusta verso l’Italia se avessimo agito diversamente, finché la questione deH’attribuzione definitiva era sub judice. Alla fine delle dichiarazioni di Lloyd George vi è un lungo intervallo di penoso silenzio. Dopo qualche tempo, Wilson riprende a parlare, dicendo che occorre andare al piano superiore, ove attende la Delegazione dell’india; e narrando di aver avuto notizia di una importante vittoria del generale Denikin contro i bolsce-vichi. Denikin avrebbe fatto 10.000 prigionieri. Alla fine della riunione, viene rimesso ad Orlando il Memorandum a cui ha accennato Clemenceau. È dattilografato con macchina americana su carta americana. I Quattro si trasportano al piano superiore, ove si trova la Delegazione indiana. Sono presenti, oltre noi, il segretario inglese per l’india Montagu, il tnaragia di Bikanir, Lord Sinna, Aga Khan, Aftab Ahnad, Yusuf Ali. Tutti nella loro esposizione hanno avuto l’aria di recitare una lezione, sotto le direttive del segretario di Stato inglese. Tutti hanno detto di aver sentito voci che Costantinopoli sarebbe sottratta alla sovranità della Turchia e del Califfato, ed hanno dichiarato dolersene, non rendendosi conto del perché Costantinopoli non resti ai Turchi, se le capitali