152 EPISTOLARIO Riguardo al pri-fno, accetta il di lui giudizio; riguardo al secondo, ha creduto difendere il proprio parere. Termina assicurandolo della sua devozione. Padova, 7 ottobre 139$. Sospetta ch’ei abbia taciuto perchè affaccendato con la raccolta, ma ormai conviene che si ricordi di lui e scriva ; egli stesso farà altrettanto. Dalla Romagna vengono rumori di guerra ; si parla di un’impresa contro il Manfredi, il quale* però saprà difendersi. eo animo, qui crederem, ut cum vere turn amice a te diceretur. veruntamen cum bona venia, quam scio michi daturus es, ut in altera re sequi iudicium tuum, ita et in altera defendere meum volui, atque, ut de priore nimium satis, ita de hoc posteriore parum michi multa dicere visus sum. tu vale et me, si quid sum, 5 tuum crede. Padue, .x. kalendas octobris 1395 W. LXIII. P. P. Vergerio ad Aldovrandino da Ferrara^). [B, c. 31 b; P, c. 27]. Nichil a te W litterarum, posteaquam hinc digressus sum(J), ha- 10 bui. occupationibus fortasse tuis id effectum est, quando oportuit W hoc tempore rei familiaris curas intendere, et que dives eduxit autumnus in penu conferre. nunc ut amicorum remi-niscaris decet utque litteras crebras et multas des : ego itidem faciam. Ex Romandiola aliata sunt que me contriverunt : gentes uniri, 15 duces exercitumque parari in damnum ac perniciem nostram. hec me res magnopere molestat, tum et illud, quod vim illaturi di-cuntur Astorgio ® W. quos ipse facile repellet spero, ut magna-nimus, ita et prudens dux. (a) B om. 1395 (b) B P. P. V. ad Aldovrandinum P Idem ad Aldovrandinum de Ferrarla (c) B ad te (d) P om. sum (e) P oportet (f) P duxit (g) B quod vim illaturi dnt Astorgio P quod vim dnt Astorgio (1) Allude probabilmente alla pri- sona fidata da Ferrara perchè si accer- gionia di Azzo d’Este presso il Man- tasse della morte d’Azzo. Al messo fredi a Faenza. Nel 1394 congiunto fu mostrato il cadavere di un fami- con Giovanni da Barbiano, Azzo aveva gliare travestito e appositamente uc- tentato di strappare la signoria di Fer- ciso, che egli credè fosse quello di rara al giovane marchese Nicolò III, Azzo e così Giovanni ottenne su- figlio di Alberto. Trattarono adunque bito le terre promesse. L’atroce beffa nel 1395 i consiglieri di Nicolò con suscitò l’indignazione dei Veneziani, Giovanni, nelle cui terre Azzo allora Fiorentini, Bolognesi, e pure di Fran- trovavasi, di far uccidere quest’ultimo cesco Novello; le loro truppe, dopo a tradimento, promettendo a Giovanni aver dato il guasto al territorio del in compenso Lugoe Conselice, e, con- conte di Barbiano, lo sconfìssero il 16 eluso l’accordo, mandarono una per- aprile 1395. I Ferraresi fecero il pos-