DI PIER PAOLO VERGERIO 21 non tanti pendere litteras tuas ostendissem, nolentem forsan, imo volentem quidem, scriptis plurimis et cumulatis, ut extimo, litteris obruisses. nunc quia avidum vides et verborum, ut ita dicam, tuorum famelicum, irrefocilatum sinis, quod plerunque et in aliis 5 rebus accidit. quanto enim ardentius aliqua ab aliis expeti cer-nimus, tanto nobis cariora fiunt et, si dare disponamus, cariora fingimus, ut donum eis gratius(l) faciamus. nondum tamen de-speraveram litteras tuas, putans te aut incommoditate nuntiorum aut aliquo gravi impedimento non scribere; verum quia certus io hue nuntius a te venit per quem nichil omnino scripsisti, nichil amplius a te expecto. quem cum interrogassem cur nullam michi tuam litteram detulisset, occupationes multas et impedimenta tuo nomine W obiecit. fidelius autem quesitus, nichil horum intervenire respondit. quare si nichil scribis, aut tibi aut michi impu-15 taiidum est. studia tua et vitam, a te nondum scripta, animo (a) C'od. donum elas gratias (b) Cod. tuo nomini quel periodo dev’essere dal 1388 al 1390. I nostri codici difatti sono concordi nell’attribuire l’epist. XIII al 1389 e le epist. XXII e XXIIII al 1390, benché le indicazioni date per le epist. XI, XII e XVII debbano ritenersi affatto erronee. Innanzi tutto l’epist. XI, in data di « Iustinopoli .xi. «cal. aug. 1403», in realtà dovrebbe appartenere al 1388 (cf. nota all’epistola seguente). Rilevando poi come quel « compluribus » « te litteris, facili « stimulo » nell’epist. XII vien ripetuto dall’ « acriori » « stimulo » dell’ e-pist. XIII, è facile accorgersi che queste due epistole furono scritte a breve distanza di tempo; e quindi, se accettiamo la data dell’ 11 aprile 1389 in calce all’epist. XIII, dovremo senz’altro rigettare quella del 29 maggio 1380 per l’epist. XII, e nemmeno accontentarci di correggerla in 1388. Infine, la presente epistola non reca data alcuna. Per ciò che riguarda l’ordine cronologico delle epist. X-XIII, è degno di rilievo che, pur trattando sempre del medesimo argomento - il silenzio di Ugo - le varie lettere dimostrano tuttavia una gradazione nei rimproveri mossigli dal V., e pare che più di una lettera sia andata perduta. Di quelle che ci sono pervenute potremmo ascrivere il primo posto alla presente per due motivi. Il primo si è che dal contenuto e dal tono i rapporti tra i due amici appaiono in essa meno familiari che non nelle altre; in secondo luogo l’accenno all’ inverno rende probabile una data anteriore al-l’epist. XI, e quindi anche alle epist. XII e XIII. Ma in realtà gli indizi intrinseci sono troppo tenui per permettere una conclusione sicura, e poiché l’ordine in cui questa serie di epistole è stata conservata dai codici poco o nulla ci aiuta verso una soluzione, è forza attribuire l’intero gruppo al periodo dal 1388 al 1390, senza più dettagliatamente risolvere il problema cronologico. Sapendolo bramoso delle sue lettere, l’amico forse credeva di aumentare così il loro pregio. Dapprima attribuiva questo silenzio a circostanze avverse, ma ha saputo dal mòsso di Ugo essere false le profferte scuse.