XXVIII PREFAZIONE trario, se Pier Paolo fece dei viaggi, pare che li intraprendesse al seguito di Sigismondo, ed a vantaggio della causa per cui il concilio era stato convocato: la quale conformità di propositi giova a spiegarci l’intimità sorta rapidamente tra il giureperito letterato ed il sovrano riformatore. Dell’affetto del Nostro per gli studi stanno tuttavia a testimonianza le due epistole-di cui una sola c’è pervenuta - che rivolse da Costanza all’antico amico Nicolò de’ Leonardi: l’una per eccitare Guarino a commemorare il loro maestro, Manuele Criso-lora, passato ad altra vita nel 1415 a Costanza; l’altra, del 1417, per lodare il trattato giovanile De re uxoria di Francesco Barbaro, pubblicato l’anno innanzi. Ma, nel settembre del 1417, tutti i « periodi »- veneziani, fiorentini, padovani, romani - della vita di Pier Paolo in I talia furono troncati dalla morte dello Zabarella, avvenuta non appena il dissidio intorno al modo d’eleggere il pontefice era stato felicemente composto; e con l’elogio del defunto amico (epistola CXXXVIII) si chiude per noi l’intera serie delle lettere cisalpine del Nostro. Quando papa Martino V se ne partì da Costanza alla volta di Roma, e Sigismondo si mise in viaggio verso la Boemia, egli s’accompagnò a quest’ultimo, e da quel giorno in poi, per quel che noi ne possiamo sapere, egli non tornò mai indietro. De’ rimanenti ventisei anni della sua vita - nel maggio 1418, egli non contava ancora quarantotto anni - poche testimonianze ci sono pervenute. Assi- perte dei codici Ialini e greci ne' secoli X/l'e ir, Firenze, vol. I (1905), p. 76 sgg.; M. Lehshrdt, Cencio und Agapito de’ Rustici in Zeitschrift für vergleichende Lit-teratur geschickte, Neue Folge, vol. XIV, 1900, p. 249 sgg.