FONTI DELL’EPISTOLARIO XLIll e siccome queste ultime otto epistole si conservano anch’esse in codici esemplati non oltre il sec. xv, ne consegue che sin da allora si sarebbe potuto raccogliere insieme l’intero Epistolario nell’estensione in cui c’è pervenuto, non mancandovi altro se non la possibilità di completare la raccolta principale (B) con le venti-quattro epistole esistenti contemporaneamente a parte negli altri manoscritti. Ora, da questo fatto risulta chiaro che i codici 10-2 (Ra, PM e G: i due ultimi del sec. xvii), che non forniscono alcuna epistola nuova, ci importeranno solamente in quanto a) mostreranno di conservare alle volte una lezione o migliore di quella recata dai codici suddetti, o tale da confermarci che esistessero un tempo degli altri codici di epistole vergeriane, i quali sono al presente perduti; oppure b) possono servire all’illustrazione dei vincoli di parentela che stringono insieme i detti cinque manoscritti principali. Ecco adunque la descrizione sommaria di ciascuno dei tre codici: Ra, il cosiddetto codice Ramusio (passato alla Marciana dalla famiglia Contarini), cartaceo, di carte numerate novantotto, mis. mm. 225 X 337, fu esemplato da Paolo Ramusio il Vecchio, trasferitosi nel 1458 da Rimini a Venezia, tra il i486 ed il 1511 all’incirca'. Reca (c. 2) il testamento del Petrarca, e ■ A c. 1 si legge la seguente epigrafe : « Ramusi a d Virtutis | Callem « Arduum Su J Dorè Vultus Tui | Enitere Cuncta Domat | Virtus | i486 ». A c. 92 b v’c una nota: « Has litteras dum ego Paulus Ramusius eximius [questa • parola i stata cancellata] iuris utriusque doctor invenissem in libro quodani anti-« quo spectabilis iuris u. doctoris Nicolai Barrisoni Padue, volui memoria prefati « dni Collutii transcribere propria manu. 1502, .xxit. novembris, Padue » ; a c. 95 b quest’altra: «1504 Die peneultimo xbris nocte sequenti liora ij noctis fuit terre