DI PIER PAOLO VERGERIO *7 rere possem, qua qui praediti sunt, soli sunt divites, soli possi-dentesW res fructuosas et sempiternas, vale, nec loquacitatem hanc meam moleste feras. « non enim loquacitas facit, sed bene-volentia epístolas longiores » W. Bononie(b), nonis aprilis, 1389W. VII. P. P. Vergerio ad Antonio Baruffaldi da Faenza W. [C, c. 276; Gu, n. 3]. Clarissimo viro domino magistro Antonio de Faventia, artium et medicine doctori prestantissimo. anctissimum amicitie vinculum nullo modo pretermittcndum nobis, vir optime, imo sumnu vi conservandum atque colen-dum est, qui novimus totius fere felicitatis, que hie haberi potest, in eo summam esse, sine quo, ut ait Cicero, nullus eligeret vivere (3), ut certe credi possit amicitiam non modo adminiculum 15 vite, sed ipsam vitam esse, hanc omnes suo modo colunt et 10 s (a) P possident seconda mano. (b) Codd. Padue (c) B 1379 P 1389 C 1379 corr. in 1399 di (1) Cic. Epist. ad famil. VI, iv, 17. (2) L’unico indizio intrinseco che ci permette di datare approssimativamente questo scritto del V. e, per conseguenza, l’epist. VIII di risposta, sta nella loro comunanza di pensiero con l’epist. VI. Si confronti quel « sanctissimum amicitie vinculum... «sine quo, ut ait Cicero... hortor et « suadeo ne illud pretiosissimutn mu-« nus » Sic. nella presente con « illud « preciosissimum munus... amicitie, « quo, ut ait Cicero » dell’ epist. VI. Di Antonio di ser Giovanni Baruffaldi, medico faentino, ha dato un breve ragguaglio il Novati, il quale attribuirebbe la letterina di risposta del fisico letterato al V. ad una data tra il 1390 ed il 1400, essendovi il V. chiamato «iuvenis etate sed virtute « maturus atque iudicio » (Epistolario di Coluccio Salutati, cit. Ili, p. 182). Ma se il Baruffaldi entrò in rapporti d’amicizia con il Salutati al principio del 1390, egli conosceva Bologna, dove probabilmente s’era laureato, oramai da molti anni, essendo stato mandato da Astorgio Manfredi, signore di Faenza, in missione diplomatica presso gli anziani del Comune bolognese già nel 1380 (cf. Mittarelli, Rerum Favtntinarum Scriptores, Vene-tiis, 1771, col. 632). Dall’epist. XV apprendiamo che nel 1389 il V. meditava una visita a Faenza. (3) Cic. De amie, xv, 52; xxiii, 87. E cf. Novati, Epistolario cit., I, 135, 139, 210; III, 74, 506, 518; IV, 23. Infine, si scusa della lunghezza della sua lettera. Bologna, 1388-90(7) Non devesi trascurare il sacro vincolo dell’amicizia, senza la quale, come attcsta Cicerone, non si vive felici. Pier Paolo Vergerio.