EPISTOLARIO ad huiuscemodi negotium necessaria sunt, quoad potero, undique adminicula conquirere statui, quibus et dives et in futuris agibi- nello Studio di Bologna, come chiaramente risulta e dall’indirizzo dell’epistola CXIIII, e da altra testimonianza citata nella nota all’ epist. XXII. Alle notizie su esposte aggiungasi poi la dichiarazione del V. stesso nell’ e x p 1 i c i t degli Alegabilia dieta collida ex Thy-meo Platoms (Bibl. Marc., cod. Lat. Qr" viv c*Y e cioè che quel brano de! at « < sci Ri ni d: « 1398 per ¡studiare greco con Manuele Crisolora; egli afferma infatti d’aver molta dimestichezza con Firenze, « sive «quod dialecticam ibi iuvenis docui, « sive quod ibidem iura civilia, aliquot « interiectis annis, audivi, maxime vero « omnium quod in ea urbe grecas lit-« teras continenti post tempore didici ». Ora eh’ egli abbia incominciato a stu- « « « r t ] I ! I ! Firenze ad un tempo che tenne immediatamente dietro alla riapertura dello Studio nel 1385 (cf. A. Zardi, Francesco Zabarella a Firenze in Archiv. Stor. Ilal., V serie, XXII, 1898, p. 5), e, con maggior probabilità, all’anno 1386-7, poiché nell’epist. CXXXVIII, dettata nel 1417, il V. asserisce di essersi incontrato con lo Zabarella a Firenze: «ante triginta « fere annos, cum ibi studiorum causa « versarer, ille vero canonica iura trade-«ret». Senonchè dall’epist. LXXXXVI risulta che il Vergerio era stato due volte a Firenze prima del suo arrivo colà nel sangue o dì patria, vivevano pt» y.~ nella cerchia di Ferrara e di Bologna; e quindi possiamo a ragione supporre che quella dimora altro non fosse che un breve episodio, avvenuto durante l’anno accademico 1388-9 mentre egli soggiornava a Bologna. Aggiungasi ancora che il cod. Guarneriano 69, in cui si conservano diciotto di queste ventisei lettere, con varianti ignote agli altri codici che ne riproducono soltanto un numero minore, e senza l’aggiunta di qualsiasi lettera di data sicuramente posteriore al 1390, concorre anch’esso