M EPISTOLARIO i"'“ ì' “Lu,"c mino Petroli, si quando cum videris, me strictissime recommenda. Pielro di Rab.tU. ’ 1 ’ vale [Bononie], f‘> .xrv. kal. martiiW, [ 13 8 9D(c). Francesco da Faenza a P. P. Vergerio WW. Faenza, 1388-90 (?) Gli augura di vivere sano e virtuosamente. La sajute del corpo è dono della natura oppure dell’arte; l’operar bene invece richiede un animo dotato di virtù. re, c. 277]. 5 Solo l’uomo virtuoso è felice. Cupio te bene valere, amice carissime, et bene vivere, nescio enim quid tibi maius aut potius imprecari tibi valeam et, si quid maius possem, id sine dubio tibi ardentius affectarem. quorum nichilominus alterum natura^ aut arte consequi poteris; alterimi vero, quod prestantius est, minime, nisi tu tibi ipse con- 10 tuleris. sanum enim esse et sospitem valere aut natura datur aut arte conficitur, sed bene vivendi, quod idem volo quod honeste, decenter, feliciter ac beate, solus artifex est animus bene compo-situs et virtutibus preditus, qui omnem in se sui spem posuit(f>, quicquid suum est in se habet, nec leto fortune vulto tollitur, nec 15 adverso terretur. hic est qui bene feliciterque vivit. cuius feli- (a) Codd. Paduc (b) (.'Mali 1490 (c) BP 1390 (d) Cod. Ad eundem (e) Cod. huud natura (f) Cod. posai (1) È questi Pietro da Rabatta, fratello di Michele da Rabatta, al quale il V. dettò l’epist. XXXXIIII e LXXXXI, e figlio di quell’Antonio di Vanni di Mingozzo, che, passato da Firenze in Gorizia per cagione de’ suoi traffici, vi aveva ripreso moglie ed acquistati terreni (Novati, Epistolario di Coluccio Salutali, II, 286; F. Gamur-RiNl, Istoria gene,il. delle fam. Toscane e Umbre, III, 416 sgg., ivi, cit.). Dopo che Francesco Novello, nel 1390, ricuperò Padova, impresa in cui Michele ebbe grandissima parte, Pietro da Rabatta ottenne un canonicato nel duomo di Padova, partecipando agli atti del capitolo nel 1391, 1393, 1394, e 1405 (Orologio, Serie cronologico-istorica dei canonici di Padova, Padova, 1805, p. 184). Al tempo della presente egli doveva trovarsi tuttora a Gorizia o nelle vicinanze, come pievano della chiesa di Santo Stefano di Salcano nella diocesi di Aquileia, benefìzio che teneva ancora nel 1399, quando il 22 settembre da diacono fu ordinato sacerdote (Archiv. della Curia vescovile di Padova, Diversorum, voi. XII, c. 18 b). (2) Nulla sappiamo di Francesco da Faenza; ma se prestiamo fede al luogo che la sua epistola occupa nell’unico codice che ce l’ha conservata, cioè innanzi immediatamente all’epist. XIIII, possiamo collocarla qui, tanto più che l’epist. seguente, a cui l’epist. XIIII è risposta, ne riproduce testualmente alcune frasi.