240 EPISTOLARIO Padova, inverno, 1400-!. Si proponeva di inviargli le proprie nuove pel tramite di Luca da Candia, da cui apprese che Crisolora aveva ottenuto un posto onorifico a Pavia LXXXXV. P. P. Vergerio a Demetrio Crisolora (?) W <*>. [B, c. 57 b; B3, c. 88; P, c. 49]- Scripturus ad te fueram per Lucam de Candia sen^a titolo. P Elusdem ad eundem ma la lettera precedente ha Eiusdem ad senz’altro. (b) BP per M. L. de Candia (c) BP rediisse vos (1) Parrebbe doversi dedurre dal contenuto che !a presente fosse scritta sullo scorcio del 1400 da Padova, ma none altrettanto facile determinare a quale personaggio nel seguito del Crisolora venisse indirizzata. Il Sabbadini (L'ultimo ventennio cit., p. 326 n. 3) pensò a Demetrio Cidonio ; il Bischoff invece (,Studien cit., p. 27) ad Uberto De-cembrio. Rispetto al Decembrio, il quale sin dal 1390 era entrato in relazioni con Pietro Filargo, il futuro arcivescovo di Milano, accompagnandolo quale segretario a Praga nell’occasione dell’ ambasciata presso Venceslao affidata al Cretese da Gian Galeazzo Visconti, e scrivendo poi da quella città le due lettere al Salutati che furono pubblicate dallo Hortis, non reputiamo verisimile che il V. lo abbia mai conosciuto; laddove le ricerche più recenti del Cammelli e del Mercati dimostrano che Demetrio Cidone non sopravvisse al 1399. Sicché risulta manifesto che il Demetrio menzionato nella lettera diretta da Firenze da Manuele Crisolora, il 24 agosto 1413, ad Uberto Decembrio - « Dominus «Demetrius semper mecum fuit, qui « vos cum reverentia salutat » - non è il Cidonio, bensì Demetrio Crisolora, fratello di Manuele; e quindi, come lo stesso Sabbadini ora ci avverte, viene a mancare ogni sostegno per l’antica sua congettura, che fu per l’appunto su quella lettera fondata. Ma che trattisi qui di Demetrio Crisolora, è cosa che non oseremmo con sicurezza affermare, pur sembrandoci oltremodo probabile che il V. avesse avuto occasione di conoscerlo, assieme con Manuele, a Firenze. Comunque sia di ciò, è chiaro che il destinatario della presente era un personaggio greco che conosceva personalmente gli altri allievi di Manuele ; il V. del resto, scrivendo in fine della lettera quel « ad «vos», lo associa direttamente col maestro, e presuppone che l'accompagnasse ne’ suoi viaggi. (Cf. A. Hortis, La città di Praga descritta da un umanista in Arcbeogr. Triestino, N. S., voi. VII, 1880, p. 439 sgg., M. Borsa, Un umanista Vigevanasco del sec. XIV in Giornali Ligustico, a. XX, 1893, p. 81 sgg; R. Sabbadini, L’ultimo ventennio cit. ; io., La Scuola e gli Studi di Guarino Guarini Veronese, Catania, 1896, p. 18; G. Cammelli, Dlmétrius Cydonis, Corrcspondance, Paris, 1930, p. XXXII; G. Mercati, Notizie di Procoro e Demetrio Cidone, Manuele Caleca e Teodoro Meliteniota in Studi 1 Testi, Roma, 1931, voi. LVI, p. 120).