VITA DI PIER PAOLO VERGERIO XXI per ¡1 diletto di Francesco Novello in mezzo all’assedio della sua città (1404-5). Non è desso però neppur esattamente contemporaneo con l’autografo dell’autore; anzi, nonostante una grave lacuna (c. 32), fu da lui o da un copista corretto diligentemente; sicché così la composizione come la trascrizione dell’opera nel detto codice, tra il 1402 ed il 1405, s’appalesa oltremodo in-verisimile. Ma v’ha dell’altro. Lo stile del De princi-piòus, anche se non si scosta notevolmente da quello usato dal Nostro, ne è tuttavia sottilmente diverso, e spesse volte vi si leggono delle frasi - ad esempio: «cum « per ante faciem templi processisset », « peditum exqui-«site armatorum », « discesserunt, conspicati magnarum « motionum initia », «imperata tributa pensi taban t », « in hoc tanto procursu rerum », « his molitionibus eoque « ausu », « egre ferens eius percussorem patrie princi-« pari i, e simili - che non hanno riscontro nemmeno nei suoi componimenti più giovanili. La verità è che la questione delle origini dell’opera è più complessa di quel che non sembra a prima vista, e, per poterla risolvere, occorrerebbe far un attento scrutinio di gran parte della storiografia Carrarese, particolarmente sotto Francesco il Vecchio; ma, poiché un tal esame va oltre i limiti delle nostre indagini - nè possediamo certamente noi la competenza di condurlo - ci sia lecito di accennare qui soltanto alcune delle ragioni per cui, a nostro avviso, non si possa continuare a ripetere così alla lesta che autore dell’opera storica fu il Vergerio, il quale, del resto, non vi allude mai in alcuno scritto suo a noi noto'; 1 Intorno alla storiografia Carrarese ved. le osservazioni di V. Lazzarin'I, Un antico ritmo di fonti storiche Padovane in Archivio Muratoriano, 1907, fase. 6,