492 EPISTOLARIO monente ad Carrariensium Principum Historiam, quam nunc evulgare statui, ipsemet Vergerius Adnotationes addidit, quae, ut Jacobus Phi-lippus Thomasinus in Biblioth. Patav. MSS. p. 93. innuit, suo tempore servabantur apud Comitem Jacobum Zabarellam Patricium PatavinumW. Anno edam MCCCLXXXVIII. idem Vergerius syllogen concinnavit 5 sententiarum ex Timaeo Platonis cum hoc titulo: Allegabilia dieta ex Ti-maeo Platonismi. Epistolarum quoque ab ipso conscriptarum Liber exta-bat, quarum una enarrat solemne funus Francisci Carrariensis senioris, Anno MCCCXCIII. peractum. Bernardinus Scardeonius de Andquit. Patav. Lib. 3. Class. 13. Principis hujus mortem commemorans, haec 10 habet: Petrus Paulus Vergerius elegantissimus illius Seculi Orator, eum habita facundissima Oratione laudavit, & funeris magnificentiam suis scriptis aeternae memoriae commendavit. Nichil vero de hujusmodi Oratione habet in ejus funeris descriptione idem Vergerius, uri neque Gata-rus eorum temporum Scriptor, ut ex illius Historia, quam brevi proferam, j 5 constabit 0). Immo idem Vergerius auctor est, ab aliis viris Orationes (1) Secondochè scrive il Tomasini (op. cit.), il conte Iacopo Zabarella nel 1639 possedeva, oltre a due codici del De ingenuis moribus, le seguenti opere del Vergerlo «de rebus Patavinis»; De Gestis Carrariensium Historiae, Eiusdem Opuscula et Epistulae, e Eiusdem Anno-tationes in Lib. de Gestis Carrariensium ; ed il Combi (loc. cit.), dopo aver rilevato come quest’ultima opera si sia poi « sottratta alle ricerche degli studiosi », osserva che «non oso oggi affermare « positivamente, sebbene ne abbia la « speranza, se possiamo dire [le Adno-« tationes] rinvenute». Lo Gnesotto poi, dimentico (sembra) che, secondo le indicazioni date dal Tomasini, il codice contenente le « Annotazioni » fosse «in 4.», e quello delle «Istorie» invece « in f. » stima che il « codice della « biblioteca Zabarella, che ha le Adno-« tationes..., è molto probabilmente « una cosa stessa col mss. [del De frin-« cipìbus Carrariensium] della B. Na-« zionale di Parigi » (ediz. cit., p. 125). Dubitiamo invece, non soltanto di questa identità, ma anche che il V. abbia Sfritto una siffatta aggiunta all’opera storica, e riteniamo più attendibile la congettura che debba trattarsi d’una raccolta di postille d’ignoto autore, raccolta attribuita - quasi, si può dire, per necessità di cose - al V., ed ormai perduta. (2) Cf. tav. II. (3) Ambedue i componimenti del V. - lo scritto De dignissimo funebri appa-ratu &c. e YOratio in funere Francisci Senioris de Cartaria &c. - furono poi pubblicati in Rer.Ital. Script., voi. XVI, col. 189 e col. 144. Vero è che nel primo il V. non fa alcun cenno ad un suo discorso, bensì a quello pronunciato dal Lambertacci dinanzi a Francesco Novello nel « brolo » della reggia, ed al « sermo » tenuto quasi contemporaneamente in Duomo dal domenicano Federico da Venezia; ma nemmeno il Ga-tari (Cronaca cit., p. 443), il quale ricorda solamente il discorso del Lambertacci, fa menzione d’un quarto discorso, stampato pure dal Muratori (loc. cit., col. 243) - quello recitato più tardi dallo Zabarella a Francesco Novello in presenza dei membri dello Studio. Rimane pertanto incerto se YOratio in