DI PIER PAOLO VERGERIO 273 omnisque futuri evi memoriam sempiternam vale(b). Padue, .xxii. novembris 1403. CV. P. P. Vergerio AD IGNOTO WC»), [B, c. 68 b; P, c. 55 b]. Ingens michi iandudum fiducia est de vestra p(rotectione) W con-cepta, non ullo merito meo, sed vestra virtute animi et generis nobilitate, quibus natura inclinari animus solet, ut quam maxime (a) M memoria sempiterna V om. sempiternam (b) BG V vale senza indicazione di luogo e di tempo. In T una mano posteriore ha aggiunto 1403 a fianco di .xxii. novembris (c) B P. P. V. P Einsdem ad (d) B de vestra p. P de vestra p1“ PM c. /yy in marg. : « Alius codex habet p°* ; forte protectione », lezione adottata dal G'ombi (1) Di questo frammento tutto è incerto : la data, il destinatario, la lezione del testo. Non solo l’uso del «voi», ritenuto dal Salutati (Epistolario cit., voi. II, p. 162) « tollerabile soltanto « quando il discorso si dirigesse ad altis-«simi personaggi, sebbene all’antichità « fosse ignoto », non trova riscontro altrove nelle epistole del Nostro, ma nemmeno il contenuto stesso ci permette di fissare con precisione l’anno in cui egli si sia rivolto a codesto personaggio innominato, ma influente ne’ consigli di Ladislao. Che si tratta infatti del re di Napoli è chiaro dall’accenno a suo padre Carlo di Durazzo, chiamato « della Pace», re di Napoli dal 1381 al 1386, il quale ebbe tanta parte nelle vicende di Francesco il Vecchio da Carrara (cf. Gatari, Cronaca cit., p. 181 sgg.). Forse non c’inganneremo, congetturando che la presente fosse scritta verso la fine del 1403 ; al tempo cioè immediatamente successivo all’incoronazione di Ladislao a re di Ungheria il 5 agosto a Zara, ed alla nuova guerra tra Milano e Padova (cf. l’epist. CII) ; giacché, d’accordo con quanto il V. afferma qui sul conto de’ suoi studi, il suo nome ricorre due volte nei Monumenti di quell’ anno col titolo di « peritus in «utroque iure», il 18 settembre ed il 10 novembre. D’altra parte, abbiamo cercato vanamente un qualsiasi indizio dell’ identità del corrispondente del Nostro tra le Notizie storiche tratte dai Registri di Cancelleria del re Ladislao di Duralo (in Archivio Storico per le Province Napoletane, voi. XII e voi. XIII, 1887-8) e nei Deutsche Reichtagsakten unter Kònig Ruprecht (ed. I. Weizsa-cker, Gotha, 1882, voi. IV) ; e quindi ci limiteremo a far menzione di Conte da Carrara e di Iacopo da Treviso come persone che stavano tutte e due in tali rapporti con Ladislao che molto facilmente il V. avrebbe potuto rivolgersi ad esse per ottenere un posto nella curia Napoletana. Non deesi però tacere che l’acceimo alle « arti » per cui ottenevansi i benefizi, non s’addice troppo bene alla supposizione che possa trattarsi d’un prelato; e nulla ci autorizza a credere che Iacopo fosse di nascita illustre. Resta perciò soltanto la congettura che si tratti del fratello Pier Paolo Vergerio. 18 ed è pegno di gloria perenne. Padova, 1403-4. Esprime la sua fiducia nella magnanimità e nobiltà di lui, per poter dare un assetto duraturo alla propria