DI PIER PAOLO VERGERIO 473 in Italia commoratus est usque ad annum .1413. quo tempore ad Concilium Constantiae se se contulit: Inde uero Italia digreditur, ad Pa-noniam profectus est. Ibique sub Sigismundo Cesare aliquandiu hono-rifìcentissimo ab eo stipendio donatus uitam duxit. Eo uero defuncto: 5 eo quod Albertus in ipso regno successor doctos uiros minus amaret W; cum se iam annosum et senio confectum intelligeret: Vitae contem-platiuf se dedicans Jesuatorum septis se clausit: ubi usque ad annum Xpi .1444. foeliciter uitam agens: postea anno eodem uitali hac aura digressus est. (a) Coi. corr. sopra la riga le tre ultime lettere di amator (oppur amatosi in -rct, ma la mano è la stessa. per cui il Petronio assegna la caduta de’ Carraresi al 1404 e l’inizio del concilio di Costanza al 1413: trattavasi qui di avvenimenti storici, intorno alla cui data egli non aveva alcun motivo di far ricerche o di mostrarsi « dili-« gente » ; e, similmente, gli perdoniamo l’accenno ad un convento di Gesuati a Budapest (dove, in realtà, l'ordine fondato dal beato Colombini non ebbe mai una casa), poiché, come apprendiamo da un’altra Vita del V., la credenza, vera o falsa che fosse, che verso la fine de’ suoi giorni Pier Paolo si ritirasse in un « eremo » a Budapest, fu condivisa da un discepolo di Guarino, il quale scrisse circa duecento anni prima del Petronio (ved. doc. V). Meglio informato invece appare il raccoglitore intorno al genero di Sigismondo, Alberto II d’Absburgo (1397-1439), ’1 quale, incoronato re d’Ungheria il 1° gennaio 1438, ed eletto imperatore nel marzo seguente, dovette difendere strenuamente il suo regno di Boemia contro la fazione ussita, e quello di Polonia contro Casimiro, e, lottando poi contro i Turchi, mori indi a poco a Langendorf (Neszmely) in Ungheria (27 ottobre 1439). Prin- cipe energico e guerriero, Alberto è biasimato perfino dagli scrittori del secolo presente d’aver trascurati i loro predecessori. Si noterà ancora come il Petronio conoscesse l’epist. CV del Nostro, di cui riporta testualmente una frase, quantunque quella lettera non si legga nel cod. Gravisi, bensì in quello dell’abate Papafava ; e come le sue affermazioni rispetto agli studi già compiuti dal V. nel 1395, corrispondano esattamente alle notizie che noi ne possediamo. Infine, la sua dichiarazione che il V. fece i suoi primi studi di grammatica e di retorica nel 1385 a Padova, ci sembra per se stessa attendibile, ancorché non sia suffragata da altra testimonianza che non la sua: Vergerlo de’ Vergeri trovavasi a Padova nel 1381, appunto perchè vi stava a dozzina, presso un maestro di grammatica, il giovane Rantulfo del Tacco, di cui era tutore (cf. l’epist. XXXXII1I, p. 100, nota 1); e l’insegnamento di dialettica da parte del V. a Firenze nel 1386-7 presuppone anch’esso l’acquisto di cognizioni che difficilmente la scuola di Capodistria, appena ripristinata dopo il saccheggio del 1380, avrebbe potuto fornire. Pier Paolo Vergerlo. 30*