DI PIER PAOLO VERGERIO 349 CXXXII. P. P. Vergerio a Lodovico Buzzacarini W W. [B, c. 9b; R, c. 44; G, c. 151; Ra, c. 63]. Terentius meus queritur quod otio apud me assuetus et semper inter equales suos, imbellem turbam, versatus, nunc apud te contra morem inter arma peregrinan compellitur; quodque que-relam facit iustiorem, senectutem iam admodum gravem allegat, ut ea etate ad militandum cogatur primum, qua ceteri desinant militare W, quaque veterani militie sacramento (d> iam ante soluti sunt. 10 nam etsi dissimulare conetur etatem, quod plerique faciunt senum quibus iuvenilis est animus, facile tamen facies rugosa ac pallidaW, totumque corpus veternosum longevum illuni ac pene decrepitum declarant. experitur autem obesse nunc sibi aut certe(f) nicbil pro- la) SC P. P. V. Ludovico Buzacharino s. p. d. R Eiusdem Ludovico Buzacharino patavino Ra P. P. Vergerli cl. v. Ludovico Buzacharino epistola (b) G om. queritur (c) G militari (d) G sacra (e) G placida (f) R at certe (1) Passato, dopo la caduta de’ Carraresi, sotto il dominio veneto, Lodo-vico Buzzacarini (cf. l’epist. LXXIII, p. 172 nota 1), dopo aver preso parte nella conquista di Sebenico nel 1409, fu mandato nel 1411 a rafforzare la frontiera contro gli Ungheri durante la guerra scoppiata tra Sigismondo e la Repubblica. Conquistato nel 1412 il Friuli, con Barbone Morosini ed altri era egli uno dei provveditori del campo che «bruciarono e misero a guasto « dappertutto ogni cosa ». Nel maggio di quell’anno, avendo i rettori dell’Istria avvisato che cinquecento cavalli, uniti agli uomini di Buie, erano venuti ai danni dei sudditi veneti, il Senato deliberò che il Buzzacarini con duecento cavalieri dal campo andasse al loro soccorso. Il 12 settembre poi, mentre egli trovavasi a Buie, gli fu data licenza di ritornare a Venezia con i suoi cavalli e famigli, essendo morte due sue nipoti e malati la moglie ed altri di casa sua (cf. Atti e Memorie della Soc. Istriana di Archeol. e Storia patria, voi. V, 1890, p. 315; G. Cogo, Brunoro dalla Scala e l’invasione degli Ungari del 1411 in Nuovo Archivio Veneto, voi. V, 1893, p. 295 sgg.). Fu adunque in questa circostanza che il V. ebbe a dettare al Buzzacarini, che presumibilmente s’era recato a fargli una visita, portando via poi il codice di Terenzio, la lettera presente. « Vir « litteratissimus », a giudizio di Sicco Polenton, e raccoglitore di manoscritti di storia padovana, Lodovico Buzzacarini, insieme con Enrico Scrovegni, nel 1413, s’offri di erigere a proprie spese un monumento a Tito Livio a Padova, (cf. A. Segarizzi, Antonio Baratella in Miscellanea di Storia Veneta, serie IH, voi. X, p. 88; id., La Catania, le Orazioni e le Epistole di Sicco Polenton, Bergamo, 1899, p. 81). Capodistria, 9 luglio 1412. Prega scherzosamente l’amico a rimandargli il codice di Terenzio avuto a prestito,