EPISTOLARIO
ei risponderà dopo matura considerazione.
  Per ora lo esorta a lasciare subito l’abbietto mestiere della scuola, ed a continuare nello studio del diritto ; faccia anzi qualunque cosa meno quella, seguendo l’esempio eh’ci stesso gli dà.
  A malincuore ha fatto vendere i libri,
mature illi, dedita ad hec opera, responsum dabo, nam « quid « rerum », ut est apud Terentium, « secum portat » (l). unum autem moncre te in presentia volo ac magnopere orare, ut vile<a) ministerium quod subiisti deponas, et maiori munere dignum te facias. omitte puerortim curam et disce populos regere, stu- 5 dium legum, cui non parum et temporis et laboris aliquando de-disti, prosequere; aut quodvis aliud aggrediare licet, dum ingenium tuum prestantissimum cum pueris non emarceat. imitare me: me, quem tantopere laudas. nam, etsi miserrime serviendum esset, nulla me tarnen res W posset ab his felicissimis(c) vite studiis revo- 10 care, in his que mandasti diligentiam omnem adhibui, etsi pene invitus. pigebat enim libros distrahi; nam hoc pacto et voluntatem
    (a) BP ville (b) BP nulla me tarn res (c) P fellcissimum
nova. I suoi rapporti con il V. verisímilmente avevano origine nell’Istria ; fu infatti Blenghio che stese nel 1399 un atto intorno all’esecuzione del testamento di Santo de’ Pellegrini, e nel 1401 rogò il testamento di donna Frixa de Vida, zia della seconda moglie di lui. Mortagli la prima moglie, Antonietta di ser Ganorio di Genano, che era ancora in vita nel 1400, Blenghio contrasse nuovo matrimonio a Capodistria il 7 aprile 1402, con Bona di Ser Almerico del fu Paolo, nel cui ¡strumento egli è detto « nunc cancellarius et habitator « civitatis Tergesti » (Archiv. Civico di Capodistria, voi. II, c. 59); e lo stesso incarico di cancelliere tergestino gli venne confermato nel 1411, nel 1414, e nel 1416, con uno stipendio di trecento lire di piccoli, ridotto però, dietro la sua richiesta, a duecento lire nel 1418, allorquando egli supplicò di essere esentato dal registrare le cause civili al banco della cancelleria, e di limitare il suo lavoro alla corrispondenza del Comune, con l’aiuto di un giovane notaio assunto a sue spese. Non pertanto aveva egli omesso il «vile ministero dei ragazzi», giacché
nel 1405 fu nominato maestro delle scuole a Trieste, incarico che esercitava sino al 1422 quando accettò il rettorato della scuola di Capodistria. Un’ultima testimonianza, che riguarda l’enfiteusi perpetua dal capitolo Tergestino a Blenghio d’una vigna, lo dimostra ancor vivo nel 1425. (Cf. A. Hor-tis, Di Santo dei Pellegrini e di Blenghio dei Grilli cit. ; A. Marsich, Notizie di alcuni pubblici precettori in Istria in Archeogr. Triest., voi. XII, 1885, p. 345).
  Lo Ziliotto, ne La Coltura letteraria di Trieste e dell'Istria cit. (p. 96 nota 3) osserva che la presente potrebbe dubitarsi sia del 1405 ; ma nulla dimostra che Blenghio non si sia occupato della scuola prima del 1405, e prima dell’autunno del 1405 il V. si era oramai recato a Roma.
  (2)	Forse una reminiscenza di Hor. Ep. II, in, 337.
  (1)	Terent. Heaut. II, ni, 6.
  (2)	Cf. Petrarc. Epist. de reb. fam. XII, ni (Fracassetti, voi. II, p. 176): « Pueros doceant qui maiora non pos-« sunt ». Cosi Paolo di Bernardo chiama la scuola « fetidissimum exercitium »..