237 MDXX, SETTEMBRE. 238 sieri fono grandissima di drapi d’oro e frisali, et liabili richissimi. Sequilavano poi li 200 arcieri, capo monsignor di Obignin. E cavalcando nel soprascrito ordine fora di Ardes, dove erano piantati de molti pavioni, si era conduta la serenissima Rezina el illustrissima Madama madre del Christianissimo re con con urla compagnia di assa’ donne. Di tutti li sopra nominati principi, Lorena e Vandomo conduseno le loro done; eravi ancora le damisele de Navara et molte altre belle cernute per comparere, olirà le ordinarie che sequitavano la corte, per veder passare il Re e sua compagnia. Et Soa Maestà passò per dove erano dite done, e chi sapeva adoperarsi cosi vecchi come zoveni fevano prova manizando li cavali. Caldo e polvere senza (ine li acompagnava. El aviala la cavalcala verso il loco deputato, fu mandato per il Re Cristianissimo monsignor di Satiglion dal canto del Re anglese, per vedere la gente conduceva a fin non excedesse il numero di la convenlione capitulala, et cussi vene uno anglese dal canto di qua per tal effe-cto ; e cosi cavalchando, ritornò dillo Satiglion e re-feri al re Christianissimo erano da genie a piedi più numero col Re anglese che è con questa Maestà da Corsi 1500, et avuto un poco di parlamento el Chri-slianissimo re circha questo con quelli che li parse, dise: « poi che semo tanto avanti, per questo non resterò di atendere u le promesse et satisfar al mio desiderio » et cavalcando, se condusse al poggio del suo canto, e stando poco, montò il Re anglese l’altro pogio, e lassato le compagnie in ala destesi al longo de li doi pogeti, subilo partiteno el Christianissimo re et il Re anglese di le ditte compagnie, et il Christianissimo re menò il Gran conteslabele e monsignor lo Arrnirajo a cavallo e il Gran seudier a piedi 152 e certi pochi statieri, ecussi il Re anglese menò con lui el reverendissimo Cardinal Legato, el suo Conte-stabele et il Gran seudier, etiam certi pochi stafieri, et cussi si andorono ad incontrare al mezo di la dita valeta. E zonli apresso cinquanta passi, se spinseno li cavali a l’incontro a la similitudine de doi combaienti che si vadino a trovare con la spala in mano ; e come ho scrito di sopra, levatosi le barete ambi doi, no se potè judicare quale fusse el primo a levarla, e acostalisi, se abrazorono due et tre volle con tanto amore che fu cossa notabile molto a veder tale amorevole dimostratione, et ditte certe poche parole, smontono et in compagnia andorono pochi passi nel pavione sopra comemorato, e intrò solo il reverendissimo cardinale Eboracense et monsignor l’Armirajo, restando a la porta li dui Conlestabeli e li dui Grandi scudieri. Steteno dentro zerca una bona hora ; poi ussiti, Curono domandati da Soa Maestà tutti li cavalieri di l’bordine e principi dal canto dii Cristianissimo re, et anche molli di signori anglesi, e cussi tulli si condusseno a Car reverentia a li doi Re, e a poco a poco tanti andono da un canto e da l’altro, che non si potevano lenire a l’ordine li cavalieri, non obstanle molti erano sopra, che tulio andele in confusione, de modo che il sole era andato sotto terra. Et cussi remontali li doi Re a cavallo, pigliando li-centia l’uno da l’altro per queslo giorno, il re Christianissimo si aviò verso Ardres e l’altro verso Guines, e ritornando francesi sempre parlono de la hu-manilà et gratia dii serenissimo re di Anglia e la satisfatene universale et alegreza che tutti haveno di tal abochamento. E cussi a note si smontò da cavalo, e si atenderà hora a fare bona ciera, giostre, e bancheti secondo l’ordine dato per le presente Maestà. Questo aviso vene di Franza, di l’orator di Manloa era li. Dapoi, il Sabato, fo a dì 9, da poi disnar, li dui Re si ritrovorono una altra volta insieme nel campo destinato a la giostra, el quale è, oltra il primo luogo de lo abochamento, quasi uno corto miglio verso Ardres, et è un gran quadro più longo che largo, di fosso et di argere serrato, il quale ha ne li fronti le entrale che si respondeno con le sbarre, e dentro di cadauno de li lati sono drizati palchi coperti di tavole per dare veduta alla brigata. Nel megio core la tela con le sue sbare, et da capo, verso anglesi, 152* sono fate due stanze una da ogni lato per servilio de li Re per armarsi el reposarsi, bene et ricamente addobbale. Olirà il fosso de questa testa, è un altro quadro per ciascun lato dove sono tirate fende per padilioni per servilio de li cavalieri che gioslrarano, e ciascuno ha li soi dal suo lato, el passa ciascuno da la sua casela in dito quadro per la spianata del fosso, che vi è lanlo che basta al passaggio. Nel capo di la tela verso le dite casete, vi è uno albore che pare uno olmo, intorno al quale è fallo come uno terraglio quadro alto quanto uno homo a cavallo, ma è di legname coperto di damasco verde. 11 tronco è vestilo di tela d’oro, et cussi dui germi grossetti che vi hanno aconzi da ladi; et in cima questo terraglio o bancone sonovi le sbare per appoggio de li araldi et de scudi et arme de cavalieri che giostrano. In queslo luogo et da questa banda entrò il Re anglese con cinquanta cavalieri et signori de’ suoi, chiamati dal scritto che leniva uno officiale. Di poi, da l’altra banda, medemamente, inlrò il Re francese, chiamando altratanti de soi. Su la inlrata de anglesi erano li arzieri a piedi,