DI PIER PAOLO VERGER IO M5 sit, cum non despicienda civi suo, sed hosti potius miseranda esset; quanquam iam nescio quam optimo sidere refici ac reiuvenescere quidem ceperit. ego enim tarn absum qui idcirco earn improbem quod exilis sit W, ut nichil mea(b) intersit an Rome prodierim, que 5 quondam Imperii, post Ecclesie sedes, nunc utriusque sola imago est, vel si quis esseic>dignior locus potest, an Senogallie(‘),que, etsi aucto-ribus suis cognita sit, nichil tamen nunc, ut in proverbio est, de-spicere infra se potest, si modo is ego atque ii cives mei sint quos rite viros appellare possint. tulerunt enim et obscura loca 10 magnos homines et clara degeneres; quin, ut vere W testatus es, solet id frequentius evenire ut speciosissima queque ex presso atque ignobili loco prodeant. potuisti in eam rem plurima W vetustatis exempla dare; sed, ut vix ullum dignius, ita nullum michi gratius adhibere potuisses quam quod Hieronymum memoras, patronum 15 meum, Ecclesie, ut voce tua suo eum titulo decorem, sidus, et, ut adicere debueras, summum doctrine, quem non procul a patrie mee finibus humilis locus sed hoc uno plurimis amplissimis urbibus (a) G in marg. : qui ex illis sim (b) G ut nec mea (c) P om. esse (d) C quando ut verum (e) lì nel lesto rem publicam lì P in marg. - plurima G plura era il Leone - con le mura in parte principale fu che il podestà governasse smantellate, senza proprie leggi, senza, da sè, nominando egli solo gli ufficiali propri magistrati, e con i primi citta- necessari, laddove secondo gli statuti dini, per lo più ligi all’antico governo egli doveva giudicare e reggere assieme indiretto dei patriarchi d’Aquileia, o cogli ufficiali [giudici] nominati dal banditi o impoveriti, certo senza po- Consiglio dei cittadini (F. De Fran- tere nella cosa pubblica, la città era ceschi, L’Islria, Note storiche, Parenzo, ridotta in si cattivi termini nel r 386 1879, p. 230). dalla peste, dalle guerre, gli incendi e (i) Sinigaglia, situata sulla strada i latrocini, che furono condonate al lungo la costa da Ancona a Fano, l’anelerò persino le decime papali con un tica Sena Gallica de’ Romani. Molto pieno saldo per centoventotto lire, soffri da Guido da Montefeltro, sicché (Pergamene dell’Archivio Capitolare, Dante (Par. XVI, v. 73 sgg.) la cita cit. dall’abate Marsich, ms.). Però il come esempio: 22 giugno 1394, il doge Antonio Ve- nier concesse che Capodistria, come le & ,u T,eauàl Lunl ci UH>u»giu , , . . Come son ite, e come se nc vanno altre terre dell Istria, si reggesse nuo- Di retIO ,d eue , Siniglgli>, vamente in civile e criminale secondo ■...... ...... . Udir come le schiatte si disfanno, gli antichi suoi statuti, ma con alcune Non ti ^ nuov, cnu né fonti essenziali limitazioni, tra le quali la Poid» che le cituii termine hanno. da cui però Capodistria accenna ora di risorgere; giacché stima indifferente il nascere a Roma ovvero a Sinigaglia. purché e lui ed i cittadini suoi possano esser veramente uomini. Anzi, come Giovanni ha detto, le cose eccellenti nascono sovente in luoghi umili ed oscuri, come per l’appunto san Gerolamo, che vuoisi sia nato non lungi da Capodistria, Pier Paolo Vergerlo. IO