DI PIER PAOLO VERGERIO 221 laude ac testimonio tuo cum semper apud omnes tum maxime <** un tant’uomo , . vuole che sia tra nunc apud amplissimum virum Karolumw Zeno dignum duxeris; »suoi- (a) B P Krolum (b) PRa Zenum sto 1393 avvenne a Padova una « per-« mutacio per d. Minum de Ranuciis(?) « de Senis, canonicum paduanum, de «prebenda sua canonicali cum veti, «viro dno Iacobo de Tarvixio decreto-«rum doctore» (Archiv. Capitolare, Atti 1393-1405,0. 12). 2) Iacopo da Treviso era dottore dei decreti e vicario del vescovo di Castello di Venezia nel febbraio del 1394, mese in cui Simone Calcagni da Reggio, vicario di Ugone vescovo di Padova, gli diresse una lettera. E similmente fra i protocolli del notaio veneziano Donato Compostelli (cf. epist. XXXVI), in data del 12 gennaio 1394 [=1395], si trova menzione di lui come «venera-« bilis et sapientissimi viri dni Iacobi « perpetui vicarii ecclesie Tarvisine ac « reverendissimi in Xto patris D. Leo-« nardi Delphino episcopi Castellanensis « vicarii generalis » (Archivio di Stato di Venezia, Atti di Donato Compostelli). Nel giugno 1398, egli comparisce nella cancelleria del signore di Padova, ma non è più vicario del vescovo predetto ; nel marzo 1399> è canonico di Padova, e nel giugno 1401 assiste al dottorato di Francesco Brazolo (Gloria, Monumenti cit., I, § 664). 3) Il 9 aprile 1399, avendo Giovanni Benedetto, figlio del maestro Domenico, rinunciato alla pieve e alla chiesa di S. Maria de Fon-zario, ne fu concessa l’investitura a « dno pbro. Iacobo ser Hendrigeti « de Feltro » (Archivio della Curia, Diversorum, XII,c. i8b. 4)Secon-dochè scrive il V. nell’epist. CIII, in data del 20 novembre 1403, il suo corrispondente, «Iacobus de Tarvi-«sio», stava allora per accompagnare un amico, di cui non si fa il nome, verso un regno, pure innominato, ma ch’era travagliato dalla guerra e dalla sedizione. A qual regno si alluda qui, è difficile precisare. Potremmo pensare al regno di Napoli sotto Ladislao di Durazzo, il quale, nell’agosto del 1403, era stato incoronato re dell’Ungheria a Zara; oppure al regno di Janus di Lusignano di Cipro, intorno a cui si legge: «Et l’anno 1403 de Christo «un’altra volta cominciarono gran «guerra et durò fin l’anno 1406 et « hanno speso gran richezza et hanno « messo assai imprestidi » (cf. la Cronaca di Diomede Strambaldi, estratti per illustrare l’attività del Buccicaldo in Cipro, in M. La Mas Latrie, Histoire de L'Ile de Chypre sous le r'egue des Princes de la Maison de Lusignan, Paris, 1852, voi. II, p. 527); o ancora, al «regno» di Candia, al cui governo era stato nominato, per l’appunto nel 1403, Zaccaria Trevisan, il quale, in quella circostanza, offri un posto presso di sè ad Antonio da Romagno di Feltre (cf. R. Sab-badini, Antonio da Romagno e Pietro Marcello in Nuovo Arch. Veti., n. s., voi. XXX, 1915, p. 217). Notiamo inoltre che il suddetto Leonardo Dol-fin, vescovo di Castello, era stato « archiepiscopus Cretensis» dal 1387 al 1392 (cf. Ughelli, Italia sacra, 1720, V, col. 1287; Eubel, Hierarchia, voi. I, s.v.). 5) Da un documento stampato da G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, Venezia, X ( 1854),p. 661, risulta che nel 1402 Iacopo da Treviso, de’ frati Predicatori, vescovo di Tino e Micono, era «vicarius et suffraganeus ad ordines « conferendos » di Lotto Gambacorta, vescovo di Treviso dal 1394 14°9-Fra gli apografi del canonico trivigiano