DI PIER PAOLO VERGERIO
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        Ego Petrus Paulus de Buionis W, canonicus Albiganensis Cb), publicus imperiali W auctoritate notarius (■>, una cum testibus supradictis, dum dictus dominus Petrus Paulus suum suprascriptum testamentum et suam ultimam voluntatem et<d) omnia suprascripta faceret, disponeret, relin-5 queret et ordinaret, presens fui et interfui, itaque sic (*) fieri, statui, et ordinari ac relinqui vidi et audivi (0. Ideo hoc presens instrumentum publicum manu mea propria scriptum, inde confectum et prothoco-lavi(g), ad instantiam dicti domini Petri Pauli, et in hanc publicamformam redegi et extraxiW, instante dicto domino Nicolao TragurinoW procu-
10	ratore honeste domine UrsuleCO nate quondam nobilis domini Dominici
        (a) A Boroniis (b) A Abingramensis 0 Albiganensis Z congetturò Albaerega-lensis (c) G Z Apostolica (d) G Z ac (t| CZ interfui atque sic (f) A statui et ordinavi ac relinqui GZ statui, ordinavi, ac relinqui (sic), vidi, et audivi (g) A inde confectum et prothocoravi GZ confeci et prothocolavi (h) A extracsi (i) A tragusivo
  (ì) A stabilire il nome di famiglia e l’identità di costui, non abbiamo altra autorità che la Vita del Nostro stampata più innanzi (doc. HIT). Di là rileviamo che trattasi di Pietro Paolo de Buionis, il cui nome ricorre spesse volte, e particolarmente tra il 1455 ed il 1478, ne’ documenti che si conservano negli archivi - Ospedale, Cattedrale, Municipio, Curia vescovile - di Albenga nella provincia di Savona; e parrebbe ch’ei si trovasse a Budapest nel 1444 quale membro del seguito del legato Cesarmi. Dal 1448 al 1459, secondochè cortesemente ci comunicò il molto rev. canonico Leone Raimondi, il Buioni era vicario in spiri tua-libus del cardinale Giorgio Fieschi, vescovo commendatario di Albenga, e rivestiva poi la stessa dignità sotto i tre vescovi successivi; nel 1455 egli fu nominato arcidiacono (primo canonico) della Cattedrale di Albenga, e nel 1459 entrò in possesso della prevostura di S. Lorenzo.
  (2)	Dalle parole « dicti quondam te-« statoris » risulta che la dichiarazione del notaio fu stesa dopo avvenuta la morte del Nostro; e siccome l’attestato del Cesarmi, - che non può considerarsi una vaga dichiarazione, ma pre-
suppone anch’esso la morte del testatore - reca la data del 17 luglio 1444, è chiaro che Pier Paolo cessò di vivere tra il 13 maggio ed il 17 luglio. L’annotatore del cod. Papafava, che pare fosse Antonio Zarotti medesimo, afferma poi che Pier Paolo mori a Buda « die .vili, iulii a. 1444 » (cf. l’epistola CXXXV1II, p. 373, var. (a)); e quindi, sebbene ignoriamo da quale fonte l’annotatore l’abbia attinta, ci sembra che questa data precisa non ammetta contestazione.
  Più arduo problema invece è quello di stabilire l’identità dell’erede del Nostro, e ci confessiamo senz’altro incapaci di risolverlo. Innanzi tutto, non solo non abbiamo rinvenuto nei documenti ca-podistriani alcuna menzione d’una Orsola, figlia d’un Domenico de’ Vergeri, ma un nome simile comparisce per la prima volta (per quanto noi ne sappiamo) nel 1461, e precisamente nella persona di Orsa di Pier Paolo Zarotti, che Domenico [10] de’ Vergeri condusse in moglie, addi 1 agosto, essendo apparentemente vedovo di Elena di Girolamo «de Zuanni», con cui stipulò contratto di nozze il 26 aprile 1449 (cf. Archivio Civico di Capodistria, voi. XXVII, c. 151 e c. 79 b). A