DI PIER PAOLO VERGERIO 207 LXXXIIH. Il medesimo al medesimo. [Vat. 5223, c. 54]. Preclaro viro domino Omnebonum de la Scola 5 artium legumque doctori amico optimo Padue. Elonginquo etiam amicicie meministi, quod bene instituti animi signum est. nam de ceteris est proverbium : « tam protfimos « corde quam pede ». ceterum quod bene de me extimes gratum nuovo pontefice, universalmente riconosciuto (Cf. T. Lindner, Geschichte des deutschen Reiches cit., voi. II, p. 387 e sgg.). Il Carrarese, fautore del papa legittimo, si mostrava, come gli altri membri della lega anti-Viscontea, apertamente avverso a Venceslao, dopoché questi aveva venduto a Gian Galeazzo nel 1395 il titolo di duca di Milano; e pare che in questa circostanza egli abbia dato incarico allo Zabarella di insistere presso Bonifacio IX perchè l’imperatore fosse deposto, e ciò conformemente ai voti anche della maggior parte degli elettori tedeschi, e come infatti avvenne nel 1400. Così si spiegherebbe l’argomento d’un discorso tenuto dallo Zabarella davanti al papa, in cui l’oratore del Carrarese incomincia con le parole : « Scio quia omnia « potes », e, dopo aver detto della fondazione del Sacro Romano Impero, conchiude affermando « essere il papa «superiore all’imperatore, il quale è « sua creatura e può da lui essere de-« posto » (cf. cod. 201 della bibl. Universitaria di Padova, c. 11B-17B); G. Zonta, Francesco Zabarella cit., P- 31 e 61). (2) Ognibene di Boniacopo di Ogni-bene della Scola, d’origine mantovana, dopo aver conseguito il dottorato nelle arti nel 1391, e nel 1397 la licenza in diritto civile, divenne in breve uno de’ più ragguardevoli personaggi alla corte del Carrarese, il quale lo fece consigliere nel 1399, e gli diede in matrimonio una sua figlia illegittima, Agnese. Nel medesimo anno lo Scola fu designato a tenere al fonte, in'nome del principe, il neonato di Lodovico degli Alidosi; e parimente, nell’anno appresso, un figlio di Guglielmo della Scala. Mandato nel 1401 ambasciatore presso Roberto, re de’ Romani, nel 1402 a Milano quale procuratore del Carrarese per trattar la pace con Caterina Visconti, nel 1404 a Firenze, e poi a Venezia per rilevare la risposta che la Repubblica avrebbe dato agli ambasciatori della duchessa incaricati a far lega contro il Carrarese, il fidato consigliere si metteva non molto dopo a tramar insidie contro il suo signore, fu arrestato, e posto «in distreta ». Liberato quando i Veneziani presero possesso di Padova (sicché per congratularsi con lui della ricuperata libertà il Bruni gli indirizzò la lettera che si legge in L. Mehus, L. Bruni Aretini Epistolarum libri Villeit., lib. I, epist. ix, p. 17), lo Scola fu con lo Zabarella tra quelli che fecero la dedizione di Padova al doge Michele Steno il 3 gennaio del 1406. Da questo tempo innanzi la vita dello Scola, il quale Roma, $ febbraio 1398. Gli è grato della memoria e della stima,