DI PIER PAOLO VERGERIO 187 ruebant, ex tot paratis insidiis vivos eripuit? quis ex patrie popúlate ruinis, ardentis cineribus, sanos et tutos evexit? aut quis patrium W solum egressos ac in alieno benigne receptos olim in patriam et revexit 00 ac in tuto reposuit? quis denique caput tuum 5 damnatum(t), tot periculis expositum, nisi is cui fuerat commen-datumW, servavit incólume? . LXXX. P. P. Vergerio a Prospero (?) da Genova W (»). [B, c. 21 b; P, c. 10 b; Ra, c. 62]. 10 /^vuotidie litteras a te expecto, quibus, quam feliciter ieris, quam recte omnia feceris, quid assecutus sis quidve speres, cogno-scerem. nam nequeo (non) esse sollicitus(f) de te, in quo, si vir-tutem spectem, nichil habes amicius, si fortunam, nichil infestius. « attende diligentius quid sibi velit hec oratio de belli fragore et patrie populate ruinis ». Il correttore del cod. PM, dove questa postilla è inserita, nella trascrizione dell'epistola a c. lj6 iì , noia di fianco: 0 Sentenlia, parenthesi clausa, non est auctoris sed alicuius « qui notas in margine addidil, incuria illius qui exemplum hoc transcripsit in lexlu re- • cepta ». (a) C aut qui patrium (b) C patriam denique evexit ma denique espunto e corretto in et da seconda mano. (c) BG condemnatum PM nota in marg.: ■ Obscu-« rus sensus ». (d) C reca in marg. : » Nota quoi ista epistola non est completa. De-« ficit ex ea magna pars ». (e) In B il nome Prosperum od altro, che vi era, è ormai svanito. P Eiusdem ad d. Prosperum de Ianua Ra senza titolo. (f) Codd. nequeo esse sollicitus quando i Vergeri si rifugiarono a Ci-vidale (cf. epist. XXXXIIII, p. 100, nota). (1) L’8 gennaio, 1382, Marino Memmo, podestà e capitano a Capodistria, informò il doge Andrea Contarmi che Vergerio Vergerio ed altri che nella passata guerra s’erano allontanati, erano tornati in patria, avevano chiesto perdono e promesso perpetua fedeltà a Venezia (cf. 1 Libri commemoriali cit., voi. Ili, lib. vili, doc. 119); rimane però incerto se si tratti del padre di Pier Paolo ovvero di Vergerio di Simone, di cui si fece parola nel protocollo Cividalese citato. (2) Nel cod. Brunacci il nome del destinatario non si legge più ; abbiamo seguito perciò l’indirizzo dato dal cod. Papa fava, identificando il corrispondente del V. con quel Prospero da Genova, altrimenti sconosciuto, che fu rimproverato da Giovanni da Ravenna perchè aveva inserito citazioni greche in una sua lettera : « ore externo «Latinum alloqui quid sibi velit non « prorsus capio » (cf. R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna cit.,pp. 103, 220). renda, allorquando scamparono dall’incendio della loro città, ed il padre fu salvo dalla condanna... Padova, $ febbraio 1397. Attende ansioso notizie da Prospero (?) intorno la sua missione, perchè lo sa bersagliato dalla sorte,