nuense che scrisse il resto del codice, e diversa ancora da quella del correttore (o d’uno de’ correttori) che, dopo un intervallo di qualche anno, vi aggiunse le note marginali. Costui collazionò diligentemente le epistole contenute nel codice e con B e con P ; egli chiama B « antiquus codex » e P « alius codex », e talvolta preferiva giustamente la lezione di P. Conosceva inoltre e citava B1 e B5 quali codici esistenti separatamente, e non di rado propose delle emendazioni che riescono tuttora plausibili. Altro valore per noi PM non ha. G, cartaceo, di carte centosessantacinque, di cui alcune in bianco, mis. mm. 2io X 300» del sec. xvu, scritto e annotato apparentemente da una sola mano, contiene, da c. 1-46 a, il De principibus Carrariensibus, e poi, dopo c. 46B-47 in bianco, il già citato Compendio della vita del Vergerio, assieme col suo testamento, quest’ultimo essendo tuttavia seguito dal frammentario « Ragionamento intorno alla morte », intitolato qui, come pure in PM: « Petri Pauli Vergerii Testamentum, « cuius maxima pars deest », e recante in fine la stessa nota : « Reliqua in antiquo codice desiderantur » (c. 48-51). Dalla c. 53 alla c. 70a sono riprodotte, con la rubrica «P. P. V. « Iustinop. Orationes in divum Hieronymum et in fine eiusd. « epistola funebris in card. Franciscum Zabarellam Ad Lodovi-« cum Buzzac"“"1 Virum Clariss.um », i sette discorsi surricordati assieme con l’epist. CXXXVIII. Seguono (c. 72-102), in vari quaderni, di cui alcuni fogli sono in bianco, il De poliiia Venetorum, l’epist. LXXXI, l’epistola del Petrarca a Cicerone con la risposta del V., un componimento, non reperibile altrove, intitolato « Petri Pauli Vergerii adhortatio ad fideles nomine summi pontifids facta prò unione Ecclesie », l’epistola CXXXVIIII, l’epist. LXXXVI (De siiti veleris et inclyte urbis Rotru), ed il De situ urbis Iustinopolitane. Da c. 105-64, dopo c. 103 e 104 in bianco, e col titolo aggiunto sopra una striscia di carta: « P. P. V. Iustinopolitani Liber selectarum « epistolarum nomine proprio scriptarum », seguono trentotto epistole vergeriane - e non trentasette, come stimò il marchese