372 EPISTOLARIO dall'amico, e non dimenticherà giammai com’egli, ancorché fosse circa ille me sibi per singula fere momenta eximia humanitate sua de-vinxerat. quid enim? illud an oblivisci unquam, etiam(,) si vo- (a) V quid enim iili? an oblivisci C quid enim Illud an oblivisci? nunquam etiam Mur. quid enim illud? an oblivisci? numquam « factum, quoti multum regi displicuit, «quia volcbat hoc fieri. Ymo credi-« tur, quod hoc fieri faciebat. Ille « autem Petrus Paulus fuit reputatus a « pluribus temerarius et derisus». Nè il V. fu pago di questo primo passo. Il Bischoff (Studien cit., p. 74) fece per primo un breve cenno ad « Ali-«quot questiones cum ipsarum «responsionibus et correlariis «facte per dominum Petrum «Paulumutriusqueiuris acme-«dicine doctorem necnon lau-«reatum poetam, affixe valvis «ecclesiarum in die sancti Lau-« rencii [10 agosto] .mccccx vii. ». Di codeste tre Questiones de Ecclesie potestate, già menzionate dal Papado-poli (ved. Appendice li, doc. x) e dal Combi (cf. Memoria cit., p. xvi), il Bischoff diede soltanto il testo della seconda ; ma ora il Finke ne ha pubblicato il testo intero in Acta Concilii Constaticiensis, voi. Ili, p. 668. Ci basta pertanto riferirne brevemente qui il contenuto di ciascuna. Nella prima « Questio » (con la « Respon-«sio» ed il «Correlarium »), il V. afferma che debbano considerarsi turbatori del concilio, fautori di scisma, e sospetti di eresia, tutti coloro che procurino l’elezione del sommo pontefice senza il consenso del concilio; e nega poi che « de presenti » l’elezione spetti di diritto al Sacro Collegio, a meno che il concilio stesso non gliela affidi. Nella seconda « Questio » egli afferma che la « reformacio in capite » è di per sè una ragione sufficiente perchè l’elezione del sommo pontefice debba essere rinviata finché la riforma non sia doverosamente compiuta ; « presertim cum non debeat verisimi-« liter dubitari, sicut experiencia docuit, , « quod, si precedet electio, reformacio « capitis aut nulla aut insufficiens se-«queretur». Nella terza «Questio» egli sostiene poi che per lo stesso motivo ogni discussione intorno al modo della futura elezione debba essere rinviata, e non soltanto perchè questo argomento forma parte della detta riforma, ma perchè viene altresì nell’ultimo luogo, giacché diversamente «timendum utique videretur ne, sicut «alias fuit, desiderio electionis preci-« pitaretur forsitan reformacio, vel «certe dimitteretur imperfecta; et « eciam, si ullo modo prius constare « possit, qui essent futuri electores, « reformacio circa eos et statum eo-«rum redderetur minus libera». E, infine, egli aggiunge che chiunque per qualsivoglia motivo - « ambicio pa-« patus, spes alterius proprii commodi, « desiderium ut succurratur alicui pro-« vincie vel regno graviter oppresso » - procuri che l’elezione sia anticipata a scapito della riforma, pecca gravemente, « cum necessitas quedam ha-« bende reformacionis, ut constat, sit « permaxime necessaria, facultas vero « eius perficiende vix unquam erit « tanta quanta nunc est, quoniam « raro vel nunquam solet, existente «generali concilio congregato, vacare «papatus». A codesti argomenti il Sacro Collegio rispose (3-9 settembre) con la parola «Huss», giudicando che coloro che sostengano « quod Ecclesia melius « potest regi sine papa quam cum « eius et Romane Ecclesie auctoritate, « dicendi sint errantes de iure et de