DI PIER PAOLO VERGERIO 109 quando et per quem illum transmitti tibi velis, rescribe. liber tuus in logica, tanti a librariis extimatus, venit. dominus Fran-ciscus in uno tibi creditor est. litteras pridie a magistro Iohanne nostro W habui ; nil igitur queror. vale. Padue, .vili, kalendas 5 februarii 1395. • xxxxvrn. • P. P. Vergerio a Giovanni da Bologna w. [B, c. 2 b; B2, c. 74; C. c. 245; R, c. 71; G, c. 124]. Ante hos dies ex terrestri itinere longiores litteras dedi; in quo quidem non tam habita est michi ratio quod hoc tempore navigari plerunque ex vi ventorum non possit, quam quod facilius * michi sit ut hac via litteras meas habeas. quotiens enim scripsi, nil reliquum habeo, nisi ut ad magistrum Iohannem de Ravenna W, (a) SG P. P. V. Ioanni Bononiensi Phisico B2 R Ioanni de Bononia phisico s. dicit C Ad Iohannem de Bononia phisicum (1) Giovanni da Bologna. (2) Giovanni di Conversino, nato nel IJ43 a Budapest, dove suo padre era medico di corte presso Luigi d’An-giò re deH’Ungheria, in età di due anni fu mandato dal padre in Italia, affidato alle cure dello zio, Tommaso, poscia patriarca di Grado e cardinale. Compiuti gli studi superiori principalmente a Bologna negli intervalli di una vita quanto mai ricca di esperienze e di persone, e dopo aver insegnato la grammatica e l’umanità a Treviso, Cone-gliano, e Belluno, fu chiamato da Francesco il Vecchio da Carrara nel 1379 a reggere la cancelleria di Padova. Lasciata Padova nel 1382, egli insegnò a Venezia e poi fu cancelliere di Ragusa; nel 1388 riprese ad insegnar grammatica a Venezia, ma ben tosto ottenne una condotta didattica ad Udine, rimanendovi sino al 1392. Tornato a Padova, vi si stabili per dodici anni, avendo accettato una pubblica lettura di rettorica allo Studio; nel 1393 rientrò di nuovo nella cancelleria Carrarese. Che il V. fosse uno de’ suoi scolari a Padova, nel senso che frequentava i corsi di retorica e di poesia tenuti da Giovanni, come fecero Secco Polenton e Guarino da Verona, ci pare dubbio; in questo periodo il V. s’era dedicato allo studio di diritto, e forse, come fu detto sopra in nota all’epist. XXVIII, stava per alcun tempo a Firenze. Perciò crediamo che la gratitudine ch’egli esprime al suo « mae-« stro » nell’epist. LXII debba riferirsi piuttosto a conversari privati. Per alcune vicende di Giovanni negli anni che seguirono la caduta dei Carraresi vedi le epist. CVIIII, CX, e CXIII, e soprattutto R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna cit., cap. x. e glielo rimetterà quando e come Santo vorrà. 11 suo trattato di logica è in vendita. Giovanni di Bologna ha scritto ; il V. quindi non ha di che lagnarsi. Padova, io febbraio 139$. Se poco fa gli spedi una lunga lettera per via di terra, ciò egli fece non tanto per motivo della stagione invernale, quanto per la comodità,