DI PIER PAOLO VERGERIO .hostibus cladem accepit ac ipse quidem pene W captus est. credo multa illi preter sententiam eventura, dum eum quem indigne capti v'um habet, emittat. iterum vale, Padue, .vi. nonas martii 1396. LXX. P. P. Vergerio ad Aldovrandino da Ferrara . [B, c. 32; P, c. 27]. Ibam in curiam, ut domestici cuiusdam, cuius fortune periclita-bantur, rebus opibusque consulerem, cum forte Drudus(l), vir et litteris W edoctus inprimis et in ceteris egregie probus, epistolam (a) G om. pene R fere (b) B P. P. V. Oldravandino de Ferrarla s. d. P Idem ad eundem [sc. Aldovrandinum] (c) P litteras quantunque G. M. Valgimigli (Memorie storiche, ms. della Biblioteca Comunale di Faenza, voi. IX, ad ann.) non presti gran fede a tale racconto. D’altra parte il V. stesso ci apprende che non si' tratta d’una notizia sicura. Per la prigionia di Azzo d’Este cf. la nota all’epist. LXIII, p. 152. (1) Drudo 0 Drudone « de Pedebo-« bus de Ravenna olim ser Stephani », prima del 1389 capitano del carcere di Padova, nel 1393 è menzionato come « ufficiale del magnifico Signore» e nel 1399 era presente assieme al protoscriba Giovanni da Ravenna « in ca-« mino cancellarle » quale sovrintendente dell’ufficio delle bollette, ufficio al quale il V. allude qui, e che Drudo reggeva sino alla caduta dei Carraresi nel 1405. Nel 1400 fu mandato in missione a Firenze da Francesco Novello « ad protestationem faciendum magnif. « et excel. d. d. prioribus artium et ve-« xillifero justitie. decem offic. bailie. «collegiis et officiai.-quibuscunque po-« puli et com. Florentie-de et super « facto bastite Castricarri per ipsum do-« minum amplitis in custodia non te- « nende » ; e fu ricompensato del suo lungo servizio con un feudo in « Villa « Campinogarie » che possedeva in uno con la madre Caterina, mentre il suo figlio Codro, chierico, ottenne due benefizi a S. Maria di Montagnana ed a S. Pietro di Montagnone, rinunciandovi però nel 1404 (Gloria, Monumenta cit., u febbraio 1389, 13 aprile 1399, 28 nov. 1400, 31 luglio 1405; Archivio della Curia di Padova, Diversorum, voi. XIII, [1404-5], c. 58B e c. 9B). L’accenno in questa lettera alle attitudini letterarie di Drudo fa probabile la supposizione che si tratti del « drudo da « ravena chol dir pulcro » menzionato nel verso 73 della Leandreide, poemetto quattrocentesco d’ignoto autore (cf. R. Renier, V Enumerazione dei Poeti volgari del Trecento nella 'Leandreide ’ in Archivio Storico per Trieste, I, 1881,'pp. 313 sgg.), sebbene un altro Drudone da Ravenna, « iuniorum pre-«ceptor» abitasse a Padova verso il 1367, come c’informa Giovanni da Ravenna nel suo Rationarium Vite (cf. R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna cit., pp. 33 e 145). fìtta de! Manfredi, e Io biasima di tener prigione Azzo d’Estc. Padova, 5 marzo 1396. Mentr’ei entrava nella reggia, Drudo da Ravenna, ufficiale delle bollette,