DI PIER PAOLO VERGERIO 357 magno in amore tuo esse testimonium reddidit, quod cum antea, professandosi gr« to delle cortes vei eo tacente, perspectum mini esset ; cognitam enim habebam espressioni sappiamo quale fonte, in uno scritto di cui si fece già menzione (cf. l’epistola LXXXXVI, p. 243 nota i). Ed ora un breve cenno intorno al luttuoso avvenimento che porse occasione al Nostro di dettare al Leonardi l’epistola, a cui, nella presente, Guarino risponde. Compiuto il lungo viaggio, che aveva intrapreso nel 1408 a Parigi, a Londra, e nella Spagna, Manuele Crisolora giunse a Bologna, invitato da Alessandro V, verso la metà del 1410, ma trovò il pontefice già morto. Tuttavia appigliatosi al partito del secondo papa Pisano, Giovanni XXIII, Manuele da allora in poi non più abbandonò la Curia se non per recarsi, sembra, per breve tempo a Bisanzio nel 14 n, e per compiere nell’agosto 1413, presso Sigismondo, l’ambasciata affidatagli in uno con i cardinali Zabarella e di Challant per fissare il luogo dell’imminente concilio. Recatosi in seguito con la Curia a Costanza, quivi egli mori, e trovò sepoltura, addì 15 aprile 1415, in una cappella attigua al convento Domenicano - ora adibita ad altro uso quale parte dell’ «Insel Hotel» - dove tuttora si conserva la lastra della sua tomba con l’iscrizione dettata, secon-dochè credette Guarino (cf. la sua lettera CLIV a Iacopo de Fabris, Epistolario cit., voi. I, p. 112), dal V. medesimo, e riprodotta con maggior esattezza da E. Legrand, Bibliographie Hellèniqiie cit., voi. I, p. xxvi. È dessa del seguente tenore : « ante aram « srrvs est | dominvs manvel | chris- « SOLORA MILES | CONSTANTINOPOLITA |-«NVS EX VETVSTO | GENERE ROMANO-« RVM | OVI CVM CONSTA|NTINO IMPE-« RATORE | MIGRARVNT. VIR DO|CTISSI-« MVS PRVDENTIS|SIMVS OPTIMVS. QVI | « TEMPORE GENERALIS I CONCILII CON- « STANTIEN|SIS DIEM OB1IT EA EXl|STI-« MATIONE VT AB OM|NIBVS SVMMO «SA|CERD0T10 DIGNVS | HABERETVR. «DIE .XV. | APRILIS CONDITVS | EST. « M°. CCCC0. XV0.». Or se bene dal fatto che il V. si rivolge qui a Guarino per interposta persona si potrebbe supporre che essi non si fossero mai incontrati, crediamo tuttavia di ravvisare nella presente l’indizio d’una certa conoscenza reciproca, personale ma non intima, e che forse risalga ad un tempo di poco anteriore al 1403, l’anno in cui Guarino si recò a Bisanzio per starvi cinque anni col Crisolora. In tal caso il loro incontro probabilmente ebbe luogo a _ Venezia nella cerchia di Carlo Zeno. Vero è che Biondo annovera Guarino tra i discepoli di Giovanni da Ravenna, ed il Sabbadini (Giovanni da Ravenna cit., p. 76) stima ciò essere stato possibile (nonostante il silenzio di Guarino medesimo intorno al presunto insegnamento) a Padova nei due semestri 1392-3, cioè ad un tempo quando il V. pure, vi si trovò; ma ad ogni modo, il silenzio dell’ Epistolario vergeriano intorno a codesto soggiorno fa lecito supporre che il Nostro non avesse stretto amicizia con Guarino, e possiamo anzi esser sicuri che, rivolgendosi a lui in questa circostanza, egli fu mosso soprattutto da quel che ne aveva inteso, conversando con Manuele stesso. Che l’incitamento del V. rimanesse senz’effetto è cosa più volte affermata ; tuttavia, ove si rifletta che dal 21 luglio 1415 sino alla fine del gennaio 1416 egli era assente da Costanza (cf. l’epist. CXXXVIII, p. 370 nota), e che la sua lettera a Nicolò de’ Leonardi fu probabilmente scritta nella primavera del 1415, si potrebbe sospettare che in certo modo la so-