155 MDXX, SETTEMBRE. 156 ceri di caza; è homo molto sobrio sì dii viver come di ogni altra dilectation; homo avaro e spende mal volentiera. 103 * ])i Roma, fo lete le letere di l’ Orator nostro, di 27. Il sumario ho scrilo di sopra, il forzo è cosse particular, non da conto, el manda letere di Napoli. Poi sier Sebaslian Moro, venulo Provedador ze-neral di Corfù, fe’ la sua relalione, il sumario ho noia di sopra. Conclusive, ha carpilo mollo sier Bernardo Soranzo baylo de lì ; e come quel loco è slà in grandissimo pericolo de esser robato per non vi esser custodia ni a la terra ni a le porle, et è più ordine a le porle di Castel Franco, e aricorda si mandi altri 100 fanti. Né lauda l’ordine lassò il signor Janus zercha le fabriche: ma voria far certa cossa etc. Venuto zoso, ,el Principe lo laudoe, e lui restò in Pregadi come ussilo de la consejaria fin san Michiel. Fu posto, per sier Hironimo da cha’ <^a Pexaro consier e sier Alvise di Prioli provedadori a 1’Ar-senal, atento el bisogno di la caxa di ,comprar ca-nevi, che li sia tolto ducali 4000 di danari depuladi al Monte Nuovo a la franchalion, e a l’incontro sia ubligà al dillo Monte Nuovo il deposito di Fevrer di l’oficio dii sai, come è slà preso nel Consejo di X con la Zonta di poterlo ubligar, e li diti danari sia mandati a sier Hironimo da Canal patron di 1’ Arse-nal, andato fuora per comprar cane vi. Ave 57 di no, . . . et fo stridà presa, tamen hanno el numero per le leze limilado di lochar li danari dii Monte Nuovo. Fu poste, per li diti, atento fusse preso a dì 3 di Avosto che li reclori dovesseno meter a l’incanto li beni di debitori di la Signoria nostra, e non trovando chi quelli comprasse li metesseno in la Signoria per la stima con il quarto mancho; e perchè vien fate le stime molto ingorde adeo poi messi ditti beni a l’incanto non si trova comprador a quelli precii, per tanto la dieta parte sia corecta, videlicet che dilli beni siano posti in tenuta senza altra stima, et la Signoria compri sicome cadami altro, et siano incantadi li beni per la Signoria nostra a benefìcio e maleficio di essi debitori, ut in parte. 149, 37, 2. 104 Fu posto, per li Savii, alento fusse dà provision, a di 4 Octubrio, zoè stipendio, al conte Damian Co-cotia fo genero del conte Coxule, et conle Gargal fo nipote dii dito Coxule, con cavali 1.0 di eorvati per cadauno, i quali è venuti a li servici di la Signoria nostra e fato la mostra a Zara, per lanto li sia deputà la camera di Verona, e dì danari di la limi- talion siano pagati deputati a le gente d’arme a ducali 8 per paga, page 8 a l’anno, e a ii eorvati di li compagnia : 165, 5, 8. Fu posto, per li diti, che li debitori di le posses-sion comprade sul Polesene a danari dii Monte Nuovo, debano aver salisfato quello restano a dar in termine di zorni 15, videlicet dii cavedal, el fino a mezo Octubrio di prò’ dii Monte Nuovo, justa la parie dii 1518 a dì 25 Fevrer, e questo instesso quelli hanno compralo aque etc. solo pena di 25 per cento; la qual pena la milà sia di Àvogadori di comun e l’altra mità di l’Arsenal nostro, nè si possa prolongar ditto termine solto pena di ducati 500 a chi ponesse parie in contrario. Ave 189, 9. Fu presa e a dì 9 publicà in Gran Consejo. Et lieeritiato il Pregadi, restò Consejo di X con la Zonta, ma stetono pocho. Et prima feno un Cao di X in luogo di sier Jacomo Badoer è amalato, fino el varisse; qual fu sier Zuan Marzelo e stete tulio il mexe. A dì o. La malina vene in Colegio l’orator di Franza in materia di cosse particular; non negocia cosse publice. Vene l’oralor di Ferara, domino Jacomo Tebaldo, dicendo aver letere di 2 da Ferara, coinè el reverendissimo Cardinal Estense fratello dii Duca stava malissimo e se dubitava de lui. Di Ruigo, di sier Agustin da Mula podestà e capitano, di 4. Come avisa dito Cardinal esser morto ; qual morite Sabado adì primo, e si tien scoso la morte per aver mandato a Roma per certe renoncie ha fato a il secondogenito dii Duca. Di Franza, fo letere dii Badoer orator nostro, da Poesì, a dì 22. Coloqui auli col Re, qual dice voler venir a Lion e poi a Milano per convenir esser una altra volta a parlamento col Papa ; e venendo a Milan al tulio voi venir a Venecia. Scrive, che il Re li ha ditto di grandissimi moli è in Spagna, adeo il re Catholico ha perso la ubedienlia;e come si aspelava domino Philiberto orator di la Cesarea Maestà, qual vien al Re, et era zonto a la corte. Di Spagna, di 10 et 17, di sier Francesco 104' Corner el cavalier, orator nostro, date a Brme-les. Scrive, come il re Catholico et Cesarea Maestà era andata a Bruzeles e quelli contorni, et si atende aver danari de li 500 milia ducali Soa Maestà dice esserli sta promesso; ma questi di Fiandra dicono aver salisfato a una gran parie. Scrive, come il conte Palatino era partito non ben srtisfato dal Re, qual voleva suo fratello fusse falò viceré di Napoli, justa la promessa, et non è slà exaudito; et il Cardinal