432 SCRITTI VARI cognoscerem. omnes enim orantes tunc valida argumenta con-quisivisse se putant, cum ipsius iudicis aut aliorum de simili re « de Carraria teneantur illud petere « coram ... commissariis nostris illue « venturis et non coram alio officiali... « et propterea dictum Zermisonum non « permittatis ad requisicionem alicuius « in predictis possessionibus petere ius « volentis interim usque ad adventum « dictonim ... commissariorum quovis « modo molestar!» (cf. A. Gloria, Monumenti cit., voi. II, num. 1728). Non è quindi meraviglia se nell’elenco delle case « messe a sacomano » immediatamente dopo il riacquisto di Padova (20 giugno 1390), si rinviene anche quella di « Cermison » (Cronaca cit., p. 422). Ora, siccome dal lodo arbitrale di Genova (20 gennaio 1392) fu stabilito « quod dominus Franciscus « predictus permittat ... Cermisonum « de Parma et filios ... qui iusto titulo « possideant quecunque bona in Padua « seu eius districtu, libere gaudere dictis « eorum bonis et iuribus in Padua, seu « territorio vel districtu Paduano ... « et quod libere cancellentur et extra-«hantur ab omnibus sententiis, proti cessibus et condemnationibus perso-« nalibus, que facte fuissent vel forent «contra predictos... absque aliqua so-« lutione pecunie » (cf. G. B. Verci, Storia della Marca Trivigiana cit., volume XVIII, p. 54 e doc. 1941 ), è chiaro come il presente componimento, aringa o supplica che fosse, appartenga al biennio 1390-2 ; e che non raggiunse lo scopo risulta manifesto, non solo dalla detta clausola del lodo genovese, ma altresì dal fatto che il figlio di Bartolomeo, Antonio Cermisone - chiamato dal V. concittadino di Francesco Novello forse perchè nato a Padova - dopo essersi laureato (30 aprile 1390) nella medicina a Padova, si recò in seguito alle università viscontee di Pavia e di Piacenza, nella prima delle quali lo tro- viamo lettore di medicina nel 1394 -secondo il Pezzana dal 1393 al 1395 - e nella seconda nel 1399 (cf. R. Maioc-chi, Codice diplomatico dell' Università di Pavia, ivi, voi. I [1905], documenti 432 e 751). Egli tornò a Padova, sembra, soltanto dopo lo sfacelo della signoria Carrarese ; il suo nome ricorre più volte nei Monumenti di quello Studio quale « promotore » negli esami della facoltà dal 1414 al 1441. D’altronde, come appare dai documenti citati da E. Pastorello (Nuove ricerche cit., p. 78), Francesco Novello, « quando potè credere d’essersi fedel-« mente attenuto alla lettera della sen-«tenza arbitrale, nell’ottobre del 1392, « coinvolse in un vasto processo i sud-« diti colpevoli d’aver favorito il prin-« cipe lombardo, condannandoli in conte tumacia e confiscandone i beni, che « non riebbero se non dopo la sua ca-« duta ». Per quel che concerne le posteriori vicende di Bartolomeo, il Gatari (op. cit., p. 461) ci dà la notizia ch’egli, dopo aver comandato la fanteria viscontea aGovernolo (cf. l’epistola LXXXI, p. 189, nota 1), fu nell’aprile 1404 dato da Ugolotto Bian-cardo in ostaggio a Francesco Novello a garanzia della resa della cittadella di Verona (ivi, p. 517), passando poi nel settembre seguente al soldo del Marchese Nicolò III d’Este (ivi, p. 540). Secondochè afferma il Pezzana, sulla fede di una lettera di fra’ Domenico Maria Pellegrini (28 agosto 1790) al-l’Affo (Scrittori e letterati Parmigiani, Parma, 1789-97, voi. VI, parte 2“, 1, p. 136), Bartolomeo fu «uomo di lettere « ed assai eccellente nell’età sua, i cui « ultimi anni spese in sacri ritiri e in « opere di pietà cristiana. Mori in Pa-«dova d’anni ottantanove, nella cui « Università fu letfs l’orazione funebre