DI PIER PAOLO VERGERIO 49 Adest igitur inprimis darissimus princeps et magnificus dominus Franciscus de Carraña, qui non more ceterorum principum in penetralibus solo consilio, sed in campo et violento hostium con-gressu, sui capitis discrimine, bella gerit. hic totius exercitus im-5 perator, et, summa cura W complures ex Paduanis civibus delectos et item non paucos ere conductos, quosdam etiam honoris et comodi spe motos secum agens, tum presentía sua, tum maximo , et magnitudine animi et bellortim industria preio stantissimus, quem etas hec antiquitati invidens mundo dcdit ut (a) Mur. In primis igitur adest (b) B violenti (c) CT om. cura (d) M u r. maxime (i) Astorre I, figlio di Giovanni Manfredi da Faenza e di Ginevra de’ nobili di Mongardini, con l’aiuto dei Fiorentini ostili all’espansione del dominio papale in Romagna, ricuperò la signoria di Faenza nel 1377, dopo una lotta prolungata con le forze del legato, capitanate da Giovanni Hawk-wood. Condottiero della « Compagnia «della Stella», egli fu assoldato nel 1379 da Bernabò Visconti a far guerra con i Genovesi, ed in questa circostanza diede prova degli inganni e tradimenti di cui il Minerbetti (loc. cit., p. 16) lo chiama maestro. Finita nel 1382 una guerra col fratello, e confermatagli la signoria, egli partecipò alla prima lega anti-Viscontea, e « cum cir-« cha a .l. lanze a dì 22 di dicembre « [/ jyo] venne in Bologna : partisse lo « secondo di et andò a Padoa » (Corpus Chron. Bottonieri, in Rer. Ital. Script.2, XVIII, 1, p. 427). Infondata però risulta P accusa mossagli di aver voluto attentare la vita al Carrarese e di Giovanni Hawkwood (cf. epist. XXX1III), poiché lo troviamo membro nel 1392 della seconda lega contro il Visconti (cf. Gloria, Monumenti cit., II, p. 263). Fu a sua istigazione che Giovanni di Cunio venne decapitato nel 1399, Pier Paolo Vergerio. azione che procurò al Manfredi l’inimicizia implacabile di Alberico da Barbiano. Alla cessione di Faenza al legato Cossa nel 1404, Astorre si ritirò a Rimini presso Carlo Malatesta, e l’anno appresso, mentre stava al servizio del legato nella guerra contro gli Ordelaffi di Forlì, sospettato d’infedeltà, fu decapitato nella piazza della sua città il 28 novembre per ordine del legato medesimo (cf. Minerbetti, loc.cit., p. 339; Litta, Famiglie celebri d'Italia, I, Manfredi di Faenza, tav. IV; G. C. Tonduzzi, Historie di Faenza, Faenza, 1675, par. III, p. 434 sgg.). Per la corrispondenza poetica che teneva il Manfredi con Franco Sacchetti, podestà di Faenza nel 1396, e per la sua propensione a coltivare, letterato o per lo meno curioso di problemi eruditi, l’amicizia di uomini letterati, onde forse nasceva la stima per lui palesata dal V. nella presente e nell’ epist. LXIII, cf. O. Gigli, I sermoni Evangelici, le lettere ed altri scritti inediti 0 rari di F. Sacchetti, Firenze, 1857, e Novati, Epistolario cit., Ili, p. 232. Intorno alia parte presa dal Manfredi nelle vicende di Azzo d’Este negli anni 1395-6 v. l’epistola LXIII. 4 I capitani della Lega sono: Francesco Novello da Carrara, Astorre Manfredi,