FONTI DELL’EPISTOLARIO XLV polazioni affatto arbitrarie privano Ra di pressoché ogni valore per la ricostruzione del testo dell’Epistolario. PM,cartaceo,di cc. numerate centosettantadue, mis. mm. 290X440, detto « Papaiava-Morelli », del sec. xvu, è una raccolta di « tutte » le opere (AllANTA) del V., vergata apparentemente da pivi d’una mano. Non è però una raccolta completa, perchè vi mancano alcuni scritti noti perfino all’amanuense di C. In quanto alle epistole, PM è condotto direttamente su di B. Gli ultimi scritti registrati nel codice, il discorso Pro unienda et reintegrando Ecclesia e l’epist. CVII, vi furono aggiunti, nel 1651, a Padova, dall’abate Roberto Papafava1, che li trasse dal frammentario B*, già avuto a prestito dal medico Girolamo Vergerio, e, evidentemente, messo a profitto nella trascrizione (in PM) dei frammentari discorsi in onore di san Gerolamo, tolti pure da B*. La grafia di questa nota finale del Papafava può anzi considerarsi uguale a quella usata dalla c. 165 del ms. in poi, ma ci sembra però diversa da quella dell’ama- 1 Ne diamo qualche esempio. Nel codice Papafava (c. 159 b), a proposito dell’ iscrizione latina - dessa è spuria - aggiunta in calce al De silu Iusti-nopolis, il copista nota: « Nondum ad tuas, P. P. V., manus pervenerat epi-« gramma hoc ellegantissimum cum de patrie tue fundatore scripsisti, sed id postca « in lucem editimi eandem ab ipso lustino Cesare fuisse conditati! credibille plus «satis efficit». 11 Ramusio (c. 9) copia: «Nondum ad manus Petri Pauli « Vergerli pervenerat hoc epygramma elegantissimum de patrie sue fundatore, « sed id postea in lucem editum ostendit aperte a lustino Cesare fuisse con-« ditam ». Similmente, la postilla intorno alla data di nascita dello Zabarella &c., che si legge in P, è riprodotta in Ra (cf. l’epist. CXXXVIII, p. 373). Per un esempio delle interpolazioni di Ra, ved. l’epist. XXXI1II, p. 78, var. b). Strano pertanto ci sembra il giudizio del Combi, il quale (Memoria cit., p. xxxiv) scrive : « [Il codice Ramusio] ha soltanto quaranta lettere del Ver-«gerio, nè tutte integre come nel Brunacciano; ma per converso ne completa « qualcuna, contiene scritti del nostro autore che mancano negli altri codici, e, « preso in complesso, si può dire che per correzione li superi ». La cifra «qua- li Tanta » deriva da ciò che il Combi considerò come epistole due degli « scritti « vari » del V. 1 Roberto Papafava, abate di S. Nicolò di Sebenico, nato nel 1617, fu autore del libro intitolato De situ Carniolat, Cariulliiae, Stirine atqut Epiri, et regionum tllyrico finitimarum disquisilio [1655].