DI PIER PAOLO VERGERIO 243 LXXXXVI. P. P. Vergerio AD UN Fiorentino IGNOTO W (0. [B, c. 45; B3, CC. 79 b, 83; P, c. 41; Go,c. 63 b; G, c. iio; Ra, c. 83; Multam contraxisse necessitudinem cum patria tua michi vi-deor (b), sive quod dialecticam ibi iuvenis (c) docui, quo tempore te primum cognovi, sive quod ibidem iura civilia, aliquot (al B P. P. V.....florentino Bì Ra scn\a titolo. P Eiusdem ad florcntlrium G Co P. P. V. Francisco Zabareila florentino cardinali In PU c. rog florentino è il titolo originale, a cui le altre tre parole sono state aggiunte dal correttore (b) Go arbitrer ma roihi vldeor in marg. (c) In P iuvenibus corr. da mano recente in iuvenis (1) Stampata con non poche storpiature da Iacopo Bernardi, il quale la riprodusse insieme con l’epist. CXXXVI in un suo scritto intitolato Pier Paolo Vergerio il seniore ed Emanuele Crisolara in Are)1. Stor. Ital., ser. in, voi. XXIII, 1876, p. 176 sgg., quest’epistola presenta alcune difficoltà che non si possono facilmente risolvere, vuoi per identificare il destinatario, vuoi per stabilirne la data. Che non fosse dettata allo Zabareila (come credevano il Bernardi ed il Combi, indubbiamente tratti in errore dall’intestazione a lui, che leggesi soltanto in pochi codici di non grande autorità), risulta manifesto dal fatto che lo Zabareila non era fiorentino, pur essendo comunemente designato quale «cardinale Fiorentino» dopo la sua promozione alla porpora nel 1411. Nè può dirsi nemmeno che l’epistola fosse dettata allo Zabareila dopo il 1411: per qual motivo mai avrebbe il V. informato l’amico per lettera di circostanze che attraverso i loro colloqui dovevano essergli notissime? Le parole « ablato tempestive per metum « ingruentium bellorum » indicano, del resto, una data vicina alla partenza di Crisolora da Firenze nel 1400. Ora se, dall’una parte, è chiaro che, quando l’epistola fu scritta, il Crisolora non si trovava presso Gian Galeazzo Visconti a Pavia, perchè li difatti aveva ottenuto «locum se dignum apud Italos», dall’altra parte, l’accenno al progresso che il V. aveva fatto nello studio di greco - progresso fatto e già descritto nell’epistola precedente verso la fine del 1400 - indica non meno chiaramente che l’epistola non fu dettata prima dell’arrivo del Crisolora in Lombardia. Essa va assegnata pertanto ad una data posteriore alla prima metà del 1403. Infine, se la frase «ne «barbaris forsitan captivus fiat» non è l’espressione di un’inquietudine vaga e generale, ma significa che il Crisolora si trovasse in Grecia, potremmo restringere la data ad un tempo tra la seconda metà del 1403 ed il dicembre del 1404 (cf. l’epist. LXXXXIII, p. 238 nota 3). Riguardo poi al vero destinatario, parrebbe ch’egli fosse piuttosto un letterato che un personaggio ecclesiastico, atteso che il V. propone di sottoporgli il suo scritto intorno a Firenze; e perciò, pur non escludendo la tenue possibilità che si tratti del « cardinale « fiorentino », Angelo Acciaiuoli, il quale aveva lasciato Firenze nel 1386 Padova, 1400-4 (?) Poiché, da giovinetto, insegnò la logica a Firenze, e più tardi vi studiò il diritto civile, gli par d’aver una gran