le indicazioni tempo non quelle vere. 116 EPISTOLARIO meam callidiore quadam diligentia tegere conatus sum. quia lon-giores dixi, existimasti W fortassis instituisse me tecum in eis litem, (a) B cxstlmaitl « Wenzel II noch in den deutschen « Reichstagsakten eine Spur-wohl in «der zweiten Hälfte 1394». Toccando di questa lettera, osserva il Vero (Storia della Marca Trivisiana cit., XVII, p. 207 sgg.) : « il Vergerlo « che ci lascia questa notizia, non ne « adduce il motivo ; e noi vedendo che « anche gli Ungheri v’intervennero, « possiamo credere che la guerra mossa « da’Turchi a quel Regno avesse obbli-« gato Sigismondo re d’Ungheria a ri- 0 correre a tutti i principi cristiani per «ajuto, onde a quell’oggetto fosse teli nuto in Padova l’accennato congresso. « E infatti io trovo nel Cronico Bellu-« nese che a’ 20 d’agosto giunse a Belìi luno frate Giovanni da Gubbio con « lettere apostoliche, il quale predicava 1 la crociata contro Amurate [yui si cela « un errore: Murad morì nel 73S9, e la « crociala fu indetta contro Baiatile /] « imperatore de’ Turchi che aveva già « invaso la Turchia, ed è credibile che «altri soggetti avran fatto lo stesso «per tutte le altre Città d’Italia». Infatti, durante il mese di marzo, gli ambasciatori di Sigismondo insistevano presso il senato Veneziano perchè la Repubblica desse il suo aiuto a questa crociata, che dovè finire nella sconfitta di Nicopoli (28 settembre 1396) e con la perdita di gran parte della nobiltà francese mandata dal conne-stabile di Francia, Filippo d’Artois, e da Giovanni conte di Nevers. Finalmente il Senato a malincuore acconsenti a fornire una parte delle galee necessarie, « quod, quemadmodum scire « possunt, cives et mercatores nostri «vivunt de exercitio mercature et in « bona et magna parte in terris Tur-«chorum, in quibus multi ex ipsis « nostris mercatoribus cum magnis « quantitatibus haveris et pecunie con-« versantur... propter quas causas ne-« cessarium est nobis habere bonum re-« spectum et bonam consideracionem ad « negocia antedicta et non movere nisi «nos videamus materiam dispositam « per modumquod procedatur in facto». E quando Francesco Novello più tardi chiedeva una galea a Venezia, perchè desiderava « ire in subsidium domini «regis Hungarie contra Turchos se-«cundum quod disposuit in remissio-« nem peccatorum suorum et in reco-« gnitionem gratie quam a Deo habuit «de redeundo ad domum suam», gli fu risposto che « faciemus parari et « aptari galeam, sed caritative et pa-« terne dicemus et suade[a]mus ... co-«gnoscentes ea que cognoscimus et « pensantes super casibus mundi, quod « utilius, melius, securius foret pro eo «et statu suo quod non iret persona-« liter ad istud factum et quod rema-« neret in domo sua ad conservationem, « regimen, et gubernationem civitatis «sue et locorum suorum» (Senato, Secreta, E, c. 108 sgg. e c. 127). Un altro indizio che durante questo mese di marzo 1395 si facessero preparativi per la guerra contro i Turchi si desume dall’elenco di vari individui ecclesiastici e laici che presero la croce in Udine (Bianchi, Documenti cit., n. 5801). L’assoldamento di nuove truppe a Padova si spiega pure con le complicate vicende di Azzo d’Este (cf. l’epist. LXI1I ; Gatari, Cronaca cit., p. 447; e Pastorello, Nuove Ricerche cit., p. 87). Infine, se dovesse destar sospetto il rimprovero mosso da Giovanni perchè nel 1395 il V. dedicasse tempo allo studio dell'eloquenza, laddove i soli discorsi padovani conservatici, quello