FONTI DELL’EPISTOLARIO XXXI 1. Il cod. Lat. cl. XI, 56 della Biblioteca Nazionale di S. Marco (B, BJ, B’, B4); 2. Il cod. Canonici Mise. Lat. 166 della Biblioteca Bodleiana di Oxford (C); 3. Il cod. 69 della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli (Gu); 4. Il cod. B. P. 1287 del Museo Civico di Padova (R); 5. Il cod. 21 dell’Archivio Papafava de’ Carraresi di Padova (P). A questi cinque codici poi vanno aggiunti per il testo di alcune epistole conservate soltanto in essi: 6. Il cod. 5330 della Biblioteca Vaticana1, per le epist. LXXXIII-LXXXV; 7. Il cod. 90 della Biblioteca Antoniana di Padova’, per l'episi CXI; 8. Il cod. II. C. 61 dell’Accademia di Zagabria', per le epist. CX e CXIII; 9. Il cod. 57 della Stadtsbucherei di Chemnitz4, per l’espist. CXXXXII. 1 II codice, una miscellanea cartacea del sec. xv, mi«, mm. 210x390, Ai descrìtto da T. Casini nell'articolo intitolato Tre nuovi rimalori Jet Trecento ne Il Propugnatore, nuova serie, voi. 1, parte 2*, 1888, p. JIJ sgg. ‘ Cf. A. M. Iosa, I codici ma. della Biblioteca Antoniana di Pcuiova, ivi, 1886, p. 14}. J « Il codice di Zagabria è membranaceo del principio del sec. xv, a due ■ colonne, con iniziali miniate. Di più non so* (R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna cit., p. 122). Vedasi la nota all'epist. CX, p. 29). « Oltrechi l'epist. CXXXXII, il codice di Chemnitz (che è una miscellanea umanistici del sec xv), reca pure quelle numerate CXX, CXXXIII-CXXXV1II e CXXXXI nella nostra silloge, come risulta dall'elenco dei componimenti fornitoci dalla cortesia del direttore di quella biblioteca, il dott. Hans Heimbach ; ma, trattandosi in questi casi di scritture esemplate in più codici di non minor autorevolezza, non ci parve prezzo dell'opera raccoglierne le eventuali varianti,