L PREFAZIONE ha ritoccato il testo di questi componimenti, sostituendo nella nuova redazione i modi e le espressioni più eleganti, che s’incontrano in B ed in C, a quelli tramandati dal più antico codice; e la seconda, che Gu conserva quattro epistole (di cui tre dettate dal Nostro e la quarta indirizzatagli da Giovanni da Bologna), per le quali esso è l’unica fonte. Ora noi non sappiamo se, al pari del Petrarca, Pier Paolo soleva tenere presso di sè copia delle lettere che scriveva; ma parrebbe che, per regola, stendesse prima l’abbozzo o la minuta, e poi facesse la copia in pulito; può darsi ancora che, nel caso delle epistole di maggior importanza, serbasse, oltre all’abbozzo, anche una trascrizione del testo spedito1. Resta pertanto incerto se Gu tramandi gli abbozzi, e B e C invece la trascrizione (per i destinatari) delle epistole comuni ; oppure - e questa ci sembra l’ipotesi più attendibile-Gu può bensì conservare il testo delle epistole nella forma in cui i destinatari le ricevettero, e B e C invece rappresenteranno uno stadio ancora posteriore, dovuto cioè al disegno (da chiunque fosse concepito) di far entrare anche quei componimenti giovanili in una raccolta più estesa e stilisticamente omogenea. Ammesso che il testo di B e C derivi an-ch’esso da autografi di Pier Paolo, sia che questi esistessero in fascicoli o volassero in fogli staccati - ed il negarlo varrebbe a porre in dubbio l’autenticità di pressoché tutto l’Epistolario - ne consegue o ch’egli 1 Cf. l’epist. LXXXVIII, p. 227 : « litura insuper ac superinductiones magne « lamiliaritatis indicio fuerint, cum quod ad te scripseram ex angustia temporis « transcribcre non licuisset», e la doppia redazione dell' epist. LXXXXIII-LXXXX1I1I.