XXII PREFAZIONE parendoci invece più attendibile congettura quella di supporre ch’egli fosse solamente il redattore d’una cronaca Carrarese, che forse esisteva già prima della sua venuta a Padova nel 1385. Posto ciò, inclineremmo a credere ch’egli vi dedicasse le sue cure editoriali, qualunque esse fossero, innanzi al 1397; e siccome ci fa difetto ogni indizio atto a provare senza possibilità di dubbio che sin da allora l’opera non si arrestasse al punto dove ha termine nei numerosi codici che ce ne sono pervenuti, ci pare ozioso fantasticare qui intorno alle circostanze che forse impedirono che non venisse portata più avanti, o, compiuta, non giungesse a noi intera. Ma questo sia detto per incidenza. Tornando ora al De ingenuis moribus, rileviamo che nè la dedica ad Ubertino da Carrara nè l’esaltazione della signoria di Francesco Novello che ricorre in più parti del trattato, dimostra menomamente che prima o dopo la pubblicazione del suo libro Pier Paolo coprisse un ufficio nella reggia Carrarese; e quindi mal sapremmo spiegarci l’origine della credenza, ripetutasi perfino in tempi pros- p. 326 e sgg. Noteremo inoltre che Giovanni da Ravenna, il quale scrisse verso il 1379 in onore di Francesco il Vecchio la sua opera intitolata Familie Car-rariensis natio, la ripose poi fra le «cartacce», per pubblicarla infine a Venezia nel 1404 dietro richiesta di Marco Giustinian, dedicandola però, non già a Francesco Novello, ma a Rodolfo da Carrara, figlio illegittimo di Francesco il Vecchio (cf. R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna, Como, 1924, p. 104). È doveroso tuttavia avvertire che nella sua edizione del De principibus Carrariensibus (Padova, 1925), fondata sopra il cod. B. P. 158, lo Gnesotto, dopo aver discorso ampiamente de’ vari codici dell’opera da lui esaminati, non ha sollevato alcun dubbio che il V. non ne fosse l’autore. Intorno ai tre altri scritti d’indole storica attribuiti al V. - V Apologia in A. Mussatimi, le Adnotaliones in librum de gestis Carrariensium, e la Hisloria principimi Mantuanorum - ved. le note all'Appendice II, doc. x, p. 491-4.